χξς’ – The Seven Seals of the Apocalypse​ – ​(​Revelation 6:5​-7)

Pubblicato il 30/12/2023 da
voto
5.5
  • Band: SAKIS TOLIS
  • Durata: 00:32:25
  • Disponibile dal: 21/11/2023

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Dobbiamo confessare che ce l’abbiamo veramente messa tutta, in termini di ampiezza di vedute, libertà artistica, interesse per le tematiche trattate, stima per chi suona e compone, grande amore per lo spettro caliginoso e sulfureo della scena black ellenica, nell’approcciarci a questo disco: eppure, il nuovo lavoro di Sakis Tolis, mastermind e oramai quasi padre-padrone dei Rotting Christ, rimane, nei nostri ascolti, come una delle cose più scialbe e insipide ascoltate nell’intero anno.
Posto che sulla libertà artistica non si discute (vale qui lo stesso discorso fatto in sede di recensione per il disco di The Magus, pure uscito quest’anno) e sull’amore per la scena black metal greca neanche, è tutto il resto a lasciarci, nell’accezione più borisiana del termine, basiti: dall’utilizzo di un ‘nuovo’ nome d’arte (il numero 666 trascritto in greco, come una canzone della – sigh – band principale) quando di fatto è egli stesso unico autore e compositore delle musiche e la proposta musicale non differisce di mezza virgola dal resto della propria carriera, all’ennesima riproposizione del libro de “L’Apocalisse di San Giovanni”, con tanto dei ‘soliti’ cavalieri della suddetta schiaffati in copertina.
E la musica, che poi è quella che conta? Nella mezz’oretta abbondante di questo “The Seven Seals of the Apocalypse​ – ​(​Revelation 6:5​-7)” troviamo le atmosfere plumbee che ricordano vagamente il periodo “A Dead Poem”/”Sleep Of Angels” per crepuscolarità di suoni (l’iniziale “(Revelation 6:1-2) – The Antichrist”, o anche “Seal 4 – (Revelation 6:7-8) – The Death”), unite ad un certo sentore epico, ma sempre cupo, riscontrabile negli ultimi lavori, caratterizzati, come in questo caso, da una massiccia presenza di cori e momenti quasi salmodianti come nella finale “(Revelation 8:1-6) – Silence in Heaven”; esempio di questa summa può essere sintetizzato da “Seal 3 – (Revelation 6:5-6) – The Black Horse”. Il musicista greco riesce ad infilare in “(Revelation 6:9-11) – The Cry Of The Martyrs” pure qualche screaming, e non a caso il brano ci risulta più incisivo ( o ‘meno peggio’, a seconda dei punti di vista) di tutto il resto, salvo poi dissolversi in un ennesimo coro monastico, o inteso come tale.
Ogni canzone risulta però una stanca e appannata riproposizione di quanto Sakis ha già scritto, in maniera molto più efficace ed ispirata, nel corso di trentacinque anni di carriera con i Rotting Christ: questa sorta di perenne autocitazione (riciclo?) di riff, pattern di batteria, alternanza di momenti rallentati e stacchi da ‘lance battute sugli scudi’ (con buona pace delle parti più estreme) è qualcosa che abbiamo visto succedere, purtroppo, anche sotto il vessillo di questi ultimi, ma qui davvero dilaga, lasciandoci a fine ascolto con l’impressione di un disco stanco, non a fuoco e con poco mordente, soprattutto in termini di black metal, esattamente come l’altro lavoro solista, quell'”Among The Fires Of Hell” uscito appena un anno fa.
Se questo è quanto Sakis Tolis vuole comporre e suonare, lungi da noi dall’impedirglielo, e anzi vedendo con quanto entusiasmo questa ‘fase di carriera’ (da solo o con i Rotting Christ) viene accolta durante i concerti, forse non possiamo fargliene una colpa (se siete tra coloro che apprezzano, aggiungete pure mezzo punto al voto in calce); da parte nostra, torniamo ad ascoltare il nuovo “The Crimson Temple” dei Varathron, perchè siamo sempre più convinti che sia lì che bruci il destino di certo tipo di musica nera.

TRACKLIST

  1. Seal 1 - (Revelation 6:1-2) - The Antichrist
  2. Seal 2 - (Revelation 6:3-4) - The War on Εarth
  3. Seal 3 - (Revelation 6:5-6) - The Black Horse
  4. Seal 4 - (Revelation 6:7-8) - The Death
  5. Seal 5 - (Revelation 6:9-11) - The Cry of the Martyrs
  6. Seal 6 - (Revelation 6:12-17) - The Wrath of God
  7. Seal 7 - (Revelation 8:1-6) - Silence in Heaven
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