6.5
- Band: 108
- Durata: 00:23:35
- Disponibile dal: 13/04/2010
- Etichetta: Deathwish Inc.
- Distributore: Andromeda
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No, non stiamo parlando di matematica. "18.61" è semplicemente un verso della Bhagavad Gita. Che cos’è la Bhagavad Gita? Citiamo Wikipedia:
"La Bhagavad Gita (in Sanscrito: भगवद्गीता, Bhagavad Gītā, "Canto del Divino" o "Canto del Beato") è un poema sanscrito di circa 700 versi diviso in 18 canti, contenuto nel grande poema epico Mahābhārata. La Bhagavad Gītā ha valore di testo sacro, ed è divenuto nella storia il testo più popolare e amato tra i fedeli induisti al punto da ottenere l’appellativo di "vangelo indù". È anche considerato dai più come l’opera letteraria più bella dell’epica induista".
Ebbene sì, i 108 sono ancora fissati con la religione Hare Krishna. Del resto, per anni sono stati i paladini del filone Hare Krishna hardcore, molto popolare negli anni ’90, e pare proprio che neanche in questa seconda parte della loro carriera riescano a fare a meno di basarsi su certe tematiche. "18.61" è il loro secondo album post-reunion e vede il gruppo statunitense cercare di ampliare i suoi orizzonti musicali, estremizzando sia il lato heavy che quello emozionale della propria proposta. Ci si imbatte così in tracce molto pesanti come "Crescent Moon" – dove il nuovo batterista Mike Justian (ex Unearth) fa la sua figura – e in altre totalmente acustiche come la conclusiva "Early Funeral", che vede il frontman Rasaraja [aka Robert Fish] vestire nuovamente i panni dello sciamano, per una sorta di cantilena tanto strana quanto avvolgente. Più vicini all’hardcore dei vecchi tempi gli altri episodi, anche se comunque si nota l’inasprimento generale delle trame, che in più di un’occasione puntano sulla pesantezza più che sulla velocità. Complice anche la sua brevissima durata (si stenta a definirlo un full-length), "18.61" si rivela alla fine un lavoro di una certa efficacia: non rivoluzionario o assolutamente esaltante – come d’altronde il precedente "A New Beat from a Dead Heart" – tuttavia curato e gradevole.