7.0
- Band: 200 STAB WOUNDS
- Durata: 00:29:27
- Disponibile dal: 28/06/2024
- Etichetta:
- Metal Blade Records
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Riff impilati uno sopra all’altro. Lo smarrimento di punti di riferimento, una disturbata percezione che conduce all’incoscienza, al delirio. Il songwriting dei 200 Stab Wounds sinora non ha mai badato troppo alle strutture, figuriamoci alla cosiddetta forma canzone. Per gli statunitensi, la forza d’urto è sempre venuta prima di tutto, a discapito magari di un costrutto logico in grado di rendere un brano memorizzabile nella sua interezza. Con il nuovo “Manual Manic Procedures” il gruppo di Cleveland cerca tuttavia di mettere un po’ d’ordine: chiamiamola maggiore maturità o anche solo il desiderio di raggiungere un pubblico più ampio, dopo essere entrati nella scuderia della Metal Blade Records; sta di fatto che le nuove composizioni mettono in mostra un pizzico di musicalità in più, pur restando fedeli al quel crossover rivestito di death metal che sinora ha reso piuttosto celebre il quartetto nell’underground.
Una delle prime cose che si notano è il rallentamento complessivo del ritmo: i 200 Stab Wounds hanno deciso di ridurre leggermente la velocità delle loro composizioni, permettendo ai riff – il cui numero è anch’esso diminuito – di respirare e imporsi con maggiore autorità. Questa scelta ha anche portato ad un allungamento della durata di alcune canzoni, che ora hanno più spazio per svilupparsi e crescere, senza rinunciare all’impatto feroce che da sempre caratterizza la musica degli americani. Nonostante il rallentamento e la riduzione dei riff, l’energia grezza, il dinamismo e l’aggressività del gruppo rimangono insomma intatti, con un tocco di melodia – e persino qualche arpeggio – che spuntano qua e là, aggiungendo una lieve nuova sfumatura al loro sound.
Per il resto, la rozza formula dei 200 Stab Wounds continua a basarsi su un death metal senza fronzoli, fortemente imbastardito da elementi thrash e hardcore. I fan dei primi Cannibal Corpse, Jungle Rot e Dying Fetus troveranno familiari molte delle soluzioni presenti in “Manual Manic Procedures”, mentre le influenze metallic hardcore di band come All Out War e Turmoil sono altrettanto evidenti e tutto sommato ben integrate. Questo crossover stilistico crea un suono che può mettere d’accordo tanto gli hardcore kid quanto i death metaller di bocca buona, quelli più inclini all’impatto diretto piuttosto che all’atmosfera o alla tecnica.
La definizione di “mosh metal” sembra calzare a pennello per descrivere la musica dei 200 Stab Wounds: il loro approccio diretto e ignorante, mai aderente a un singolo genere, è infatti pensato per scatenare il caos nei contesti live, dove l’energia della band può essere davvero apprezzata.
Anche se l’album non introduce nulla di trascendentale, gli sforzi del quartetto riescono quindi a divertire e a mantenere alta l’attenzione dell’ascoltatore, grazie a una indubbia immediatezza di fondo che si fa ben volere, sviluppando i presupposti per intascare la dovuta visibilità anche in ambienti non strettamente underground.