8.5
- Band: 30 SECONDS TO MARS
- Durata: 00:49:24
- Disponibile dal: //2005
- Etichetta:
- Virgin
- Distributore: Sony
Abbiamo voluto recensire con indubbio ritardo questo CD onde evitareun abbaglio: “A Beautiful Lie” è infatti risultato alle nostre orecchiealquanto stimolante fin dai primi ascolti… e di solito, nemmeno afarlo apposta, queste sono proprio le situazioni che portano aricredersi sulle capacità delle band esaminate una volta assorbito conpiù profondità ed attenzione l’album. Grazie al cielo, non ci troviamodi certo in una situazione del genere, in quanto la band di Jared Letoci regala un album passionale, dalle melodie struggenti e di sicuroimpatto sin dalle prime fruizioni, ma che una volta esaminato più inprofondità non perde assolutamente parte della brillantezza, dalmomento che si avvale appunto di arrangiamenti apprezzabili. Le colonneportanti del progetto risultano essere i due fratelli Leto,rispettivamente cantante-chitarrista e batterista, fulcro del gruppo,nonché gli unici due elementi che balzano subito all’orecchio, il primoper le notevoli capacità vocali e melodiche (la voce di Jared Leto salesenza limiti regalando una valanga di momenti emozionali ed intrisi dipathos), il secondo per le ritmiche che ogni tanto sanno regalaresimpatiche trovate, giochetti e rimbalzi… e dimostrano che abbiamo ache fare con un signor batterista. A differenza dell’omonimo albumd’esordio, i 30 Seconds To Mars lasciano a casa i sample elettronici(scelta proporzionalmente inversa rispetto al 90% dei gruppi emergenti che di solito impreziosisce gli arrangiamenti proprio nei lavorisuccessivi), dandosi ad un rock più viscerale che strizza l’occhioall’emo-core ma senza mai farsi assuefare più di tanto dalla moda delmomento; ogni tanto, appare qualche tastiera per colorire un po’ ilsuono, nulla di più, se non una matassa di melodie di sicuro impattoche lasciano il cuore in gola per la maggior parte degli episodidell’album. Chiudendo infatti un occhio sui pezzi più melensi del disco(“The Story” e “A Modern Myth”), dotati di una vena un po’ tropponickelbackiana, nonché pacchiana e commerciale, gli altri otto capitoliaffascinano ed emozionano per le melodie che il singer riesce aregalarci, salendo a livelli inauditi con la sua voce, intersecandoparti pulite a parti di gola (uno dei migliori cantanti rock sullascena in quest’ultimo periodo). Tra le tracce da citare svetta “Was ItA Dream”, stupenda ballata che riporta ai Cure del periodo di mezzo;“R-Evolve”, invece, si avvale di uno dei ritornelli più bellidell’album, anche se infelicemente accostato ad un arpeggio di strofaun po’ troppo simile ad “Adam Song” dei Blink 182; “The Fantasy” e“Savoir” risultano pezzi intraprendenti ed energici, di cui la primasembra un chiaro tributo ai Police (almeno nelle strofe e nel corobotta-e-risposta à la Sting, intonato da Jared dopo il secondoritornello) e porta ad un potentissimo ed azzeccatissimo ritornello cherimane subito in testa. La voglia di descrivere singolarmente tutti ibrani è molta, ma rischieremmo solo di dilungarci inutilmente…possiamo solo dire che questo lavoro merita di essere apprezzato edascoltato dall’inizio alla fine, nonostante manchi purtroppo deipiccoli accorgimenti che hanno portato il loro album d’esordio adistinguersi dalla massa grazie ad un sound fresco e ad alcunedistorsioni dal timbro violento.