7.0
- Band: 36 CRAZYFISTS
- Durata: 00:56:26
- Disponibile dal: 17/02/2015
- Etichetta: Spinefarm
- Distributore: Universal
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Emersi a cavallo del nuovo millennio dalle ghiacciate lande dell’Alaska con un mix di nu-metal/post-hardcore, i 36 Crazyfists hanno saputo conquistarsi un posto al sole negli anni ruggenti del metalcore, pur senza raggiungere i livelli di popolarità di molte band uscite allo scoperto nello stesso periodo. Dopo otto anni di intensa attività discografica – da ricordare soprattutto il periodo Roadrunner, grazie a dischi di spessore come “Bitterness The Star” (2002) e “Snow Capped Romance” (2004) -, nel 2010 i Nostri scompaiono dai radar, congedandosi con il non eccelso “Collisions And Castaway”. Cinque anni dopo, forti del rientro in formazione del bassista Mick Whitney e del nuovo deal con la Spinefarm, i 36 pugni pazzi ripartono da dove li avevamo lasciati, con un settimo album che, nella sua quasi ora di durata, sembra voler recuperare il tempo perduto. Bastano dunque le familiari note della doppietta posta in apertura, “Vanish” e “11.24.11”, per portare indietro le lancette di quasi un decennio, riprendendo lentamente confidenza con l’inconfondibile voce di Brock Lindow e la sei corde di Steve Holt. Se la prima metà di “Time And Trauma” gioca sul sicuro, mettendo in mostra le ritrovate capacità dei Nostri in brani come “Lightless” o la title-track, proseguendo nell’ascolto abbiamo modo di apprezzare elementi più variegati – l’assolo sul bridge di “Also Am I”, le chitarre in stile primi Deftones di “Silencer”, il drumming variegato del nuovo entrato Kyle Baltus su “Swing The Noose”, e l’utilizzo delle female vocals nella conclusiva “Marrow” -, almeno quanto basta per rimuovere la patina ‘vintage’. Complessivamente, anche se non siamo ai livelli dei primi dischi, la lunga assenza sembra essere servita a ricaricare le pile, restituendoci una band più in forma di come l’avevamo lasciata ormai cinque anni fa.