7.5
- Band: A DAY TO REMEMBER
- Durata: 00:46:21
- Disponibile dal: 04/03/2021
- Etichetta:
- Fueled by Ramen
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Dopo una lunga attesa e qualche rimando – non direttamente legato alla pandemia, quanto a ritardi nel mixing e alla lunga ricerca dell’artwork perfetto, come confermatoci dallo stesso Jeremy McKinnon in sede d’intervista – vede finalmente la luce “You’re Welcome”, settimo album in studio e lavoro più personale di sempre a detta dello stesso frontman. Un’affermazione prevedibile, come direbbe il giudice Dredd, ma certamente dal seminale “For Those Who Have Heart” (apripista della fusione tra pop-punk e metalcore) ad oggi tante cose sono cambiate, a partire dalla carta d’identità dei protagonisti. Se le prime avvisaglie di maturazione c’erano state dopo la traumatica separazione con la Victory, celebrata con l’eccellente “Common Courtesy”, possiamo dire che oggi comincia un nuovo corso per gli ADTR, freschi di approdo alla Fueled By Ramen. In verità l’apertura affidata a “Brick Wall” non si discosta troppo dal recente passato, ma è un cordone ombelicale che si stacca in fretta: se “Mindreader” è un pezzo leggero che ‘promette e non mantiene’ (come direbbe una giovane Ambra Angiolini), la successiva “Bloodsucker” rompe gli indugi e affonda le unghie nel pop-rock più sfacciato (Imaginary Dragons, ultimi Papa Roach o Twenty One Pilots, decidete voi). Da qui in poi la rotta è tracciata: “Last Chance to Dance (Bad Friend)” e “Resentment” mostrano sì i muscoli ma senza lasciare troppo il segno, mentre l’unica eccezione in questo senso è rappresentata da “Permanent”, pezzo che avrebbe ben figurato nei precedenti lavori. Di contro, il lato festaiolo (nel senso però meno chiassoso del termine) trova qui la sua massima espressione, dalla ‘notte da leoni a base di tequila’ di “Viva La Mexico” al cazzeggio di “Degenerates”, passando per il giro di giostra di “Re-Entry” e la spensieratezza di “F.Y.M.” (acronimo di ‘Fuck Your Money’) e “Only Money”. Non tutto è memorabile, almeno alle nostre orecchie, come vorrebbe lasciarci credere il buon McKinnon, ma di sicuro si avverte una spontaneità non così scontata per una band ormai definitivamente uscita dalla sua zona di comfort: per chi aveva fatto della caciara la sua ragione di vita, chiudere con un pezzo acustico eccellente come “Everything We Need” è infatti un attestato di maturità a tutti gli effetti. Probabilmente ci sarà chi griderà al complotto (“la Fueled By Ramen! I poteri forti!”), ed indubbiamente la manopola del distorsore ha subito una bella virata a sinistra, ma sotto la patina ‘leggera’ c’è molto più da ricordare in questo nuovo giorno degli ADTR di quanto potrebbe sembrare ad un primo ascolto.