A PREGNANT LIGHT – My Game Doesn’t Have a Name

Pubblicato il 25/11/2014 da
voto
7.5
  • Band: A PREGNANT LIGHT
  • Durata: 00:38:14
  • Disponibile dal: 11/11/2014
  • Etichetta:
  • Colloquial Sound Recordings

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Di Damian Master, della sua incredibile fucina musicale e della sua eccentrica e bombastica personalità ne avevamo già parlato recensendo non molto tempo fa la splendida compilation “Before I Came” con il quale il talentuoso musicista di Grand Rapids nel Michigan aveva raccolto in un solo posto tutti gli EP, singoli e suoi lati dei tanti split pubblicati nei tre anni di esistenza della sua band, gli A Pregnant Light. Oggi finalmente Master corona il suo sogno pubblicando il  primo full length album del proprio gruppo in vinile, cassetta e CD interamente da solo, tramite la sua label, la Colloquial Sound Recordings (unica entità “autorizzata” a maneggiare la sua musica, segno dunque di una incredibile etica DIY e di grande emancipazione artistica), e dopo aver scritto, prodotto, finanziato, registrato e assemblato l’intero lavoro completamente da solo. Inutile dire che siamo davvero di fronte ad una personalità intrigante e che sin da subito suscita gran curiosità, rispetto ed ammirazione, già da questo semplice e iniziale biglietto da visita che ci introduce Master come un musicista dotato di grande carattere, integrità e laboriosità. Ulteriore fascino è catalizzato sul progetto dalla presenza e dalla personalità esplosiva e fiammeggiante di tale musicista, sorta di Johnny Cash dell’apocalisse. Con le sue magliette nere attillate, gli occhiali scuri, le giacche di pelle, lo sguardo sbarazzino e seducente, la pettinatura Pompadour e le rose tatuate su tutto il corpo, Master sembra davvero essere una sorta di Elvis del black metal, un “personaggio-cerniera”, una qualche nuova entità del metal che fa capolino sulla scena per la prima volta in assoluto, chissà, magari in un futuro non troppo lontano anche possibile ispiratore e promotore di una nuova stirpe di musicisti galvanizzati dalla sua magnetica e sensuale personalità. Ovviamente nulla del suo carattere è lasciato al di fuori della musica, e anzi, all’interno di essa la sua personalità vibrante, seducente, ammiccante, romantica, tenebrosa e vivace trova un incredibile humus espressivo. Ed ecco spiegata la “magia” degli A Pregnant Light: musica che nasce dalle viscere di un uomo dalla personalità esplosiva, che rappresenta il proprio autore in tutto, che vive nell’autore quanto l’autore dentro di essa. Master non fa mistero della proprio ambiguo sentimentalismo, della propria sessualità, dei propri impulsi e del proprio romanticismo isterico e disinibito e questo suo vigoroso e focoso ardore artistico nella sua musica trapela tutto. Forse è per questo che che Master ha scelto il black metal come materia prima per la la propria musica, convertendolo all’opposto totale dei suoi intenti primari. Infatti non è proprio il black metal il sotto-genere di musica heavy più viscerale, carnale, alienante e sferzante che esista? Se poi il connubio avviene con una personalità romantica e carnale come quella di Master, il risultato sembra essere un qualcosa sbucato da un altro mondo, avendo davvero poco da spartire con il black metal se non i blast beat, il tremolo picking sregolato e le rasoiate di chitarra frenetiche e laceranti. Il “purple metal” appunto, come lo chiama Master stesso: black metal che cambia colore e diventa romanticismo, ardore e passione. Risibile o meno, Master su questo è serissimo e non sembra neanche interessato alle opinioni di altri in proposito, tira dritto per la propria strada sicuro del fatto che “alla fine la musica di qualità neanche deve essere promossa, semplicemente galleggia in superficie da sola” e non possiamo far altro che dargli ragione. Cosa “contiene” quindi questo primo importante appuntamento di Master con un album vero e proprio? Innanzitutto una migliore produzione dei lavori precedenti, segno inequivocabile del fatto che il Nostro stia crescendo sia come musicista, sia come sound engineer e “proprio produttore”, stavolta eseguendo un lavoro esemplare in cabina di regia e realizzando un disco con suoni potenti, bilanciatissimi, taglienti, roboanti e pieni di fierezza e sostanza. Inevitabilmente questa migliorata qualità audio della musica ha levigato tantissimo il lato puramente black metal del progetto, smorzando un tantino la freddezza e abrasività delle chitarre che erano un marchio di fabbrica dei primi lavori. Altra intrusione inedita rispetto ai grandissimi lavori passati sono delle voci propriamente pulite, cantate con intenti davvero catchy, anch’esse fattori discriminanti nell’avvenuta riduzione (purtroppo, lo diciamo) del fattore black metal nella musica, e che a nostro avviso forse spingono un po’ troppo sul lato già delicato e smaccatamente pop del progetto (vedasi per esempio la zuccherina e un po’ flaccida verve pop nelle voci di “Fresh Flower Offering”, “You Cut Me From A Magazine I Didn’t Know that I Was In” e “Cirlce of Crying Women”), per il resto però il progetto regge benissimo all’ ”hype” che c’è attorno ad esso e alle premesse favolose dei primi EP e singoli: ritmiche frenetiche e palpitanti, melodie irresistibili, chitarre furiose e sferzanti ed una delivery vocale focosa e vibrante, che seppur rimane ancorata alla crudezza del black metal rimane una performance da vero frontman, da vero rocker pieno di ardore e voglia di sfogare una marea di sentimenti interiori inespressi. Siamo davvero al cospetto di un progetto dalla personalità infinita, un turbine di emozioni di puro e modernissimo rock and roll underground in cui black metal, punk, glam, pop, noise rock e hardcore vivono una armonia sublime, una straordinaria sinergia che non potrebbe mai esistere in altro posto se non solamente nell’immaginario di Damian Master. Ora non rimane che sperare che il talentuoso musicista del Michigan sia in grado di mantenere vivo come lo è adesso questo fuoco e che la fiamma che anima il progetto non bruci tutto il proprio combustibile creativo come la proverbiale cometa, anche perchè per ora gli A Pregnant Light stanno davvero bruciando e ardendo di uno splendido ma anche allarmante ardore creativo. Bentornato, e benvenuto tra i rockers veri, Damian Master.

TRACKLIST

  1. Unreachable Arc
  2. Born To Ruin
  3. Dream Addict
  4. Endless // Infinite // Eternal
  5. My Days In Nights and You
  6. Fresh Flower Offering (Purple Night)
  7. Circle of Crying Women
  8. You Cut Me From A Magazine I Didn't Know that I Was In
  9. Purple Light
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