7.5
- Band: A TEAR BEYOND
- Durata: 00:31:45
- Disponibile dal: 20/03/2015
- Etichetta:
- House Of Ashes
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Anche l’occhio vuole la sua parte. Fedeli a questa massima – o, più probabilmente, convinti che la musica sia un’arte che va vissuta a 360° -, gli A Tear Beyond si sono già costruiti la reputazione di ‘band da vedere dal vivo’, come può confermare chi li ha visti di recente di spalla a Moonspell e Septic Flesh. Dal punto di vista strettamente musicale “Maze Of Antipodes”, secondo disco a tre anni di distanza dal debutto “Beyond”, ci mostra una band che ripone una cura certosina negli arrangiamenti, a partire dalla suggestiva intro “Dash Into The Maze”. Synth decadenti, chitarre marziali e lyrics malate accompagno l’ascolto di “Flies And Ravens”, traccia manifesto in cui trovano spazio le numerose affinità dai Nostri – dai Rammstein e Deathstars ai Moonspell, passando per l’eleganza più estrema di My Dying Bride e Cradle Of Filth -, senza peraltro inficiare la personalità del quintetto vicentino. Divertimento assicurato anche con le atmosfere symphonic-freak di “The Human Zoo”, mentre l’influenza dei seminali Devil Doll marchia a fuoco l’oscura intimità di “Forgiveness”. Tanta roba anche con “The Colors of The Sky and Earth”, impreziosita anche dalla presenza di violoncello e female vocals, mentre la marcetta electro di “Behind The Curtains I’m Dying (Opium)” mette in mostra l’anima più ‘commerciale’ del sestetto vicentino, muovendosi sul confine tra drammaturgia teatrale e pacchianeria da Gardaland ad halloween. La conclusiva “Absinthe’s Dirge”, posta come bonus track, chiude come un lento fade out un disco tanto breve (poco più di mezz’oretta) quanto ricco di sfumature. Ribadito il suggerimento di vederli all’opera dal vivo, dove le maschere non rappresentano l’unico effetto scenico, non ci resta che promuovere anche su disco l’ensemble capitanato dal singer Claude, versione edulcorata di Till Lindemann con il fascino gotico di Fernando Ribeiro.