6.5
- Band: A VINTAGE DEATH
- Durata: 00:22:06
- Disponibile dal: 09/12/2018
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A Vintage Death è il progetto di un polistrumentista abruzzese, Carmine D’Annibale, già attivo nella scena estrema locale. La definizione ‘blackened-death/doom metal’ appare calzante nel descrivere una proposta che appare strutturata e pluridimensionale. L’opener “When The Spirit Smell His Corpse” mostra subito pregi e difetti di questo lavoro: le melodie sono pregevoli e le chitarre sono taglienti e malinconiche, però la produzione è piuttosto penalizzante, soprattutto per la voce, che risulta impastata e nascosta nel mix; un discorso analogo si può fare per la batteria, in particolare per ciò che riguarda “Omnious Dream”. Si tratta purtroppo di una costante dell’intero EP, e spiace perchè non è possibile apprezzare appieno tutte le sfumature di un disco che si muove tra il death melodico di scuola svedese, la pesantezza plumbea di gente come October Tide e Katatonia e qualche pennellata black. La titletrack mette in mostra la capacità di sviluppare linee melodiche interessanti – anche se non originalissime – anche a livello di voce pulita, e dimostra una struttura più complessa, nella quale si alternano ritmi cadenzati, velocità sostenute e momenti più intimamente riflessivi. “Lume”, brano conclusivo, pone ulteriormente l’accento sul lato più intimista del progetto, un pregevole esempio di death/doom e dark rock, melodico e plumbeo, nel quale il cantato in italiano risulta vincente (leggermente meno la parte recitata iniziale). Il bilancio, considerando anche che il progetto è nato pochi mesi fa (ottobre 2018), è positivo, anche se c’è davvero tanto su cui lavorare, anche per rendere più professionale registrazione e mix. Il consiglio è, a livello stilistico, di sviluppare maggiormente le idee messe in luce proprio con il brano conclusivo, il più originale e personale dell’EP. Speriamo di risentirci.