6.5
- Band: CHILDREN OF BODOM , OZZY OSBOURNE , QUIET RIOT , SYSTEM OF A DOWN , TESTAMENT , TIM "RIPPER" OWENS , WHITESNAKE
- Durata: 00:59:54
- Disponibile dal: 03/03/2015
- Etichetta:
- UDR Music
- Distributore: EMI
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Randy Rhoads, un musicista di cui si è detto molto e mai troppo! Nella sua breve carriera il suo modo di suonare la chitarra si è imposto come stile e continua ancora oggi ad influenzare schiere di futuri axemen. UDR Records da alle stampe un tributo al compianto Randy che propone alcuni tra i suoi più grandi successi divisi tra il periodo con i Quiet Riot e quello trascorso alla corte di Ozzy Osbourne. Sulla carta il disco si prospetta molto interessante vista la lista di grandi artisti coinvolti: ad aprire le danze ci pensano Serj Tankian (System Of A Down), Tom Morello, Rudy Sarzo e Vinny Appice con un grande classico di Ozzy, “Crazy Train”. La voce di Serj rende il brano molto particolare all’ascolto, purtroppo però manca energia, i suoni sono plasticosi e la produzione non ha saputo per nulla valorizzare la botta del pezzo. A riscaldare l’atmosfera ci pensa Chuck Billy dei Testament, insieme ad Alexi Laiho (Children Of Bodom) e Kelle Rhoads, il fratello di Randy, con una poderosa “Mr. Crowley” in cui spicca l’ottimo lavoro alla sei corde del chitarrista finlandese. Ancora una volta il brano è prodotto in modo poco convincente, non c’è cuore, non c’è maestosità, sembra quasi di osservare il flusso di un encefalogramma piatto. Tim “Ripper” Owens e Dough Aldrich offrono finalmente una degna versione di “Believer”, l’ex-Judas Priest si conferma in gran forma, una delle migliori voci in ambito heavy metal. Anche “Back To The Coast”, interpretata da Bruce Kulick, possiede il giusto feeling di un gran bel brano hard rock, divertente e scoppiettante. Ad Owens viene affidata l’ultima manciata di brani, dove spiccano la romantica “Goodbye To Romance” e la quadrata “Suicide Solution”. Questo “The Ultimate Tribute” si conclude con”Flying High Again” ed ancora una volta la produzione non riesce a rendere pienamente il lavoro del cast stellare coinvolto. Un tributo che, a dire il vero, è lontano dal potersi definire “definitivo”, perché buona parte dei brani presenti risulta fredda all’ascolto, negli anni passati diverse operazioni simili hanno fatto centro grazie ad una forte dose di groove ed energia, ingredienti che qui mancano troppo spesso.