6.0
- Band: ENGINE DRIVEN CULTIVATORS , KRYPTONOMICON , NATIONAL SUICIDE , NECROFILI , TYTUS , UNDERBALL , URAL
- Durata: 01:11:41
- Disponibile dal: 08/05/2021
- Etichetta:
- Planet K Records
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L'”Italian Thrash Annihilation” scatenata dalla Planet K potrebbe arrivare direttamente dagli anni ’80 più ignoranti, grazie a una copertina che sembra davvero fatta per ricordare alcuni fasti di un genere musicale come il thrash/crossover degli anni in cui contava, e lo diciamo con la massima stima possibile! L’attitudine del resto è una delle poche cose che sopravvivono senza mostrare segni d’invecchiamento all’interno di un genere che dopo una quarantina d’anni di vita ha iniziato (iniziato?) a mostrare il fianco per quanto riguarda il suo saper stare al passo coi tempi; va detto che di gruppi contemporanei davvero interessanti, nel settore, se ne contano ahiloro pochini, ma questo si sa. La premessa del resto non spaventi i più puri tra i thrasher là fuori: il comparto resta tra i principali di un certo underground e di un certo modo di vedere ancora oggi l’heavy metal, e questa compilation è qui a ricordarcelo. “Italian Thrash Annihilation” mostra esclusivamente band italiane e uno stato delle cose sotto l’egida del thrash tricolore, con alcuni momenti anche interessanti. Certo, non si esce mai da un seminato ben marcato all’interno dei suoi confini, e partiamo dicendo subito che nessuno dei nomi qui presenti ci ha stupito per qualche guizzo di originalità, ma forse sarebbe stato sciocco cercarne.
Come detto, per chi scrive la carta vincente del thrash metal resta ancora oggi lo stile, la passione, la genuinità e, sempre sia lodato, il tiro. La spacconaggine non si può comprare al mercato, e quando una band ne ha una scorta, la cosa trasuda in maniera evidente. Anche qui dentro, chi ne possiede spunta fuori in maniera chiara: gli Underball, con la loro cafonissima “John Von Lovers”, l’hardcore dei potentissimi A.I.D.S. o, ancora, i Tytus, con il loro thrash fortemente influenzato dalla NWOBHM (gli Iron Maiden di “Killers” sono lì a guardare curiosi) e infine il metal schiacciasassi ad opera degli Insania11 sono forse le cose che più hanno attirato la nostra attenzione, chi più chi meno. Il rovescio della medaglia è che all’interno di tanto divertimento, i canoni di riferimento restano totalmente ancorati a quelli che sono i fasti dei nomi storici, e quasi in ogni brano qui presente ci si rifa in maniera a volte anche esagerata a Testament, Sodom, Destruction, Slayer, vecchi Metallica, tanto che ci è venuto spontaneo ascoltare con più piacere i nomi che cercavano di darsi un tono proprio.
Insomma, “Italian Thrash Annhilation” è un discreto fotogramma della forma di una parte di thrash tricolore, e benché non sia una compilation imprescindibile, può risultare potenzialmente interessante per ascoltatori magari più inesperti e per i fan del genere (e delle band coinvolte), o poco più.