7.5
- Band: ASKING ALEXANDRIA , BORN OF OSIRIS , COME THE DAWN , DARKEST HOUR , PERIPHERY , STICK TO YOUR GUNS , UPON A BURNING BODY
- Durata: 00:48:58
- Disponibile dal: 13/05/2014
- Etichetta:
- Sumerian Records
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Progetto ambizioso ma sicuramente controverso quello della Sumerian. L’etichetta americana ha chiamato a raccolta tutte le band di punta del proprio roster (più qualche new entry) per rendere omaggio ad uno degli album di maggiore successo dell’ultimo lustro, quel “Ceremonials” del 2011 che ha consacrato Florence Welsch, la mastermind del progetto Florence & The Machine, come forse la più influente diva del panorama indie mondiale, grazie a quelle sue intriganti atmosfere barocche di soul, pop e rock che hanno fatto andare in delirio gli hipster di mezzo mondo. Manovra commerciale? Ça va sans dire, come direbbero i nostri cugini d’Oltralpe, ma ciò non toglie che il risultato possa essere valido. Ed è appunto questo il caso: i numerosi artisti della Sumerian si cimentano nel riarrangiamento dei brani in maniera pregevole e creativa. Iniziamo con la radiofonica “Only If For A Night” ad opera di dei Periphery in splendida forma, la quale riesce a mantenere il cuore sognante del pezzo originale caricandolo di una piacevole iniezione di aggressività. Giungiamo poi alla prima eccezione di questo tributo a “Ceremonials”, “Dogs Days Are Over”, risalente all’album di debutto della rossa Florence ed essendo la sua hit più importante risultava infatti imprescindibile. Gli Stick To Your Guns sporcano il pezzo con una ricca dose di hardcore punk melodico, che rende la canzone ancora più accattivante. Prende poi la palla il caro Ben Bruce degli Asking Alexandria con la sua rivisitazione semiacustica di “Shake It Out”, brano questo tra i più riusciti ed accattivanti del lotto, trascinato dalla ruvida ugola del chitarrista britannico. Continuiamo la giostra con i mitici Darkest Hour che si cimentano con la complessa “Spectrum”, modificando le atmosfere sontuose dell’originale con una colata di metalcore molto americano. Niente di memorabile, ma comunque piacevolissimo da ascoltare. I successivi episodi firmati da Miss Fortune e Fever Dreamer non spiccano per personalità o creatività, mancando leggermente il bersaglio, a nostro avviso. Plauso a parte va all’assolo finale dei Fever Dreamer, molto rock. La prova dei Born Of Osiris risulta come un’altra hot track di questo tributo, grazie alla sua dimensione djent granitica che cozza piacevolmente con la gotica epicità della versione della Bella Rossa, decisamente un altro thumb-up. “What The Water Gave Me” ad opera dei giovani Water Down pesca a piene mani dal bacino –core più facilone, regalando comunque una traccia groovy e sinuosa. Fanno poi il loro ingresso i metallers texani Upon A Burning Body e lo fanno nella solita maniera sfacciata e cafona con la loro personale cover di “Lover To Lover”, buttando sul piatto riffoni a tutto groove, ritmiche serrate e sfuriate deathcore, il tutto trainato dal ruggito selvaggio del capitano Danny Leal. Assistiamo ad un cambio di registro con la successiva “Heartliness”, romantico duetto acustico ad opera di Michael Chemesky (Intervals) e della semisconosciuta Alex Farha, che ci regala un attimo di respiro e di piacevole freschezza. I successivi contributi di Dead Letter Circus e City In The Sea pongono il nastro finale su un di un’opera davvero ben riuscita, con la loro spolverata di metalcore a tutto sing along. In conclusione, come avrete intuito, questo tributo della Sumerian si è rivelato una gradevolissima boccata d’aria fresca in un oceano di uscite stagnanti e derivative. Sicuramente, data la natura del progetto (cover), il voto in calce non può essere troppo alto ma, ad ogni modo, questo non ci impedisce di consigliarvelo caldamente.