5.5
- Band: AGONICA , APOTHEUS , DARKNESS BY OATH , DAWN OF TEARS , ERLING SOLEM , FALLEN SENTINEL , MIND HOLOCAUST , SERENITY IN MURDER , SHADOWSPHERE , SKYDANCER , SLAUGHTER OF THE BLUEGRASS , SURU , THE AGONIST , THE DESCENT , THEE ORAKLE
- Durata: 01:01:24
- Disponibile dal: 31/01/2013
- Etichetta:
- Suspiria Records
Spotify:
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Discutibile compilation edita dalla label spagnola Suspiria Records e dedicata interamente ad uno dei gruppi-madre del death metal melodico e della scena Goteborghiana tutta, gli amatissimi in Italia Dark Tranquillity. Discutibile in quanto, seppur meritevole nell’intento e nei propositi, l’etichetta patrocinatrice dell’iniziativa l’ha messa in essere con i mezzi a disposizione e poco altro, ovvero una manciata di band della scena estremo-melodica del proprio Paese, la Spagna, non esattamente nota al grande pubblico come superba fucina di formazioni fenomenali. Qualche presenza dal vicino Portogallo e due ospitate da Giappone e Norvegia completano la tracklist di questo disco, che fra l’altro presenta le chicche più interessanti e riuscite in sede di bonus-track, dove fanno capolino due episodi non preparati apposta per questa occasione, bensì il primo riciclato da una vecchia, simile uscita della Century Media (“Monochromatic Stains” rifatto dai The Agonist della blu-crinita Alissa White-Gluz), e il secondo preso in prestito dal repertorio degli Slaughter Of The Bluegrass (un’incredibile versione di “Punish My Heaven”), ensamble svedese che propone cover di pezzi death metal in chiave bluegrass. Come detto, il materiale appositamente registrato per questo tributo non entusiasma praticamente mai e, in due occasioni, fa gridare ampiamente allo scandalo, ad esempio nel caso della raccapricciante “Therein” dei Suru o della violentata “The New Build”, parto malefico dei Mind Holocaust di Salamanca. Il resto si barcamena tra insufficienza e sufficienza e, se da un punto di vista strumentale, le band si sono almeno impegnate un pochino a riscrivere qualche arrangiamento ad personam, purtroppo il repertorio vocale dei gruppi chiamati in causa non scalfisce di un millimetro la posizione di Re Mikael Stanne il Grande. Salviamo, per aver affrontato un pezzo difficilissimo quale “Edenspring”, i nipponici Serenity In Murder, capitanati da una vocalist incazzata-di-brutto ma sterile nei risultati. Insomma, vi invitiamo, venendo al sodo di questa recensione, ad andare almeno a scoprire i fenomenali Slaughter Of The Bluegrass, una band che certamente vi strapperà qualche sorriso e qualche applauso. Sufficienza solo sfiorata, invece, per questa raccolta.