6.0
- Band: AAVV
- Durata: 00:46:01
- Disponibile dal: 18/09/2011
- Etichetta:
- M.A. Productions
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A volte capita di trovarsi di fronte a delle compilation o uscite parimenti “scrause”, aggettivo dispregiativo giustificato dalla qualità spesso scadente di queste trovate. Tuttavia, può anche capitare di trovarsi di fronte a prodotti sensati, come “Under The Grind Vol. 2”, che mette insieme due canzoni per ogni artista proposto da MA Records. Abbiamo apprezzato questa iniziativa perché permette di far girare nomi che potrebbero rivelarsi interessanti sulla lunga distanza. WHISKEY & FUNERAL. Propongono due pezzi gradevoli: uno death metal con elementi di black, che potrebbe ricordare nei suoni (discreti) e nell’attitudine degli Arghoslent meno epici; uno più sbilenco e classicamente grind. NO FUCK. Potremmo in qualche modo definirli metalcore (con tutte le incertezze del caso legate a tale definizione), paiono assai legati alla scena metal anni Novanta (un nome su tutti: primi Slipknot, specie per quel che riguarda il secondo pezzo), nutrendo il loro sound quadrato di elementi esterni, per lo più alternativi. Pur non ravvisandosi niente di particolarmente personale, il groove è sicuramente quello adatto a far rendere bene il gruppo dal vivo. BOICOTTA CESARE. Old school death metal di buona fattura e, per quanto fuori tempo massimo, gradevole in alcune delle sue trame, per via dell’inserimento di elementi melodici e qualche venatura thrash. Questo gruppo pare abile a rievocare epoche in cui il death metal era il risultato di un processo artigianale imperfetto ma personale. Unico peccato, la qualità dei suoni: ci aspettiamo di risentirli in futuro in una migliore veste sonora. FRANK&STEIN. Presente un unico pezzo strumentale, pregevole per altro, ma poco inserito all’interno della logica con cui è stata impostata la tracklist. Ovviamente il titolo “Intermezzo” lascia dedurre la funzione attribuita al pezzo, però non riusciamo a vederne il senso, perché questo non è un album di un solo gruppo, ma una compilation di artisti vari. MY DARKEST SIDE. Death metal moderno, ben prodotto ma anche un po’ freddino, con pregevoli inserti dall’esterno (grind, black e talvolta thrash); ad ogni modo, niente che faccia venire voglia di agitarsi un po’. BEYOND MURDER. Di questi ragazzi segnatevi il nome, perché sono tra i migliori di tutto il lotto grazie ad un death metal tecnico ed “hardcorizzato” (più nelle intenzioni che nella forma), aggressivo e sparato, dotato di buone strutture e suonato come si deve. Un plauso alla produzione, che risulta azzeccata ed efficace. BLOOD LEGION. Ultimo gruppo della lista, discreta chiusura. I loro due pezzi sono piuttosto differenti fra loro: se per il primo potreste immaginare di miscelare del death metal primi anni Novanta con qualche suggestione gotica, ottenendo un ipotetico ibrido tra gli Atrocity di “Blut” e dei Nocturnus rallentati, per il secondo si vira verso lidi più classicamente gothic, con – però – diminuita efficacia. In definitiva, quindi, “Under The Grind Vol.2” risulta essere un discreto promemoria.