6.5
- Band: ABEST
- Durata: 00:31:22
- Disponibile dal: 19/08/2022
- Etichetta:
- Moment Of Collapse
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In seguito a vari EP e ad un valido disco uscito nel 2019, “Bounds Of Euphoria”, i tedeschi Abest continuano il percorso intrapreso suonando un classico blackened hardcore sporcato da varie influenze di metal estremo. Moment Of Collapse Records, già presente alla co-produzione per l’uscita del precedente disco, pubblica il nuovo album “Molten Husk” che allarga ancora di più i confini tra metal e hardcore per il gruppo. Il sound del power trio di Göttingen rimanda vagamente ai primi Neurosis, anche se nessun brano del disco supera i quattro minuti di lunghezza. Le strutture dei pezzi sono dinamiche e ricche di continue transizioni, tutte mediamente convincenti: in particolare, nella prima parte del disco troviamo brani che sono per lo più riconducibili ai Cult Leader, degli esordi per quanto riguarda lo stile caotico ed espressivo della loro proposta a cavallo tra metal e hardcore. In “Through The Veins” e “Narrative Subtracted”, blast-beat e tappeti di doppio pedale si intrecciano a riff decisamente hardcore, risultando in build-up ben congegnati. Le partiture ritmiche appaiono frenetiche e trascinano tutto il disco in modo decisamente scorrevole anche quando cambi di tempo repentini fanno spazio a vari rallentamenti più sludge. L’influenza post-metal inizia a farsi sentire a partire dal terzo brano, “The Twitched Veil”, in cui muri di riverbero e melodie tipiche del genere rimangono dominanti anche una volta passati all’esplosivo blast-beat successivo. “Possessor”, posizionato esattamente al centro del disco, sembra avere un ruolo decisamente importante per fare da spartiacque tra la prima e la seconda parte dell’album. Questo brano è una sorta di intermezzo, praticamente strumentale (se non per qualche urla rabbiosa a chiudere il cerchio), in stile post-metal con muri di riverbero che coprono melodie dissonanti e rallentamenti. La parte del disco successiva a questo brano sembra quindi discostarsi leggermente dal “side A”: il lato post-metal strumentale non viene abbandonato, ma le tracce “Into A Mirrored Hall” e “Cognitive Empathy” rimandano ai Converge di “You Fail Me” e “Jane Doe”, per quanto riguarda lo stile dei riff di chitarra che propongono le classiche gelide melodie dissonanti alla Kurt Ballou e per le seconde voci urlate alla Nate Newton, le quali servono ad arricchire le rabbiose grida principali.. Come già anticipato, le canzoni non hanno una durata particolarmente estesa, ma il loro ascolto, grazie all’alternanza di tutti questi elementi, risulta effettivamente piacevole.
“Molten Husk”, insomma, è senza dubbio un album variegato, dal sound solido e oscuro, il quale ha le carte in regola per essere apprezzato dagli amanti del genere, eccezione fatta forse per un paio di brani alquanto anonimi e poco incisivi.