7.5
- Band: ABHOR
- Durata: 00:46:57
- Disponibile dal: 27/09/2011
- Etichetta:
- Moribund Records
- Distributore: Masterpiece
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Uno dei pesi massimi del black metal tricolore ritorna finalmente a professare il suo verbo occulto dopo quattro anni di lungo silenzio. Il combo dei padovani Abhor con il nuovo “Ab Luna Lucenti, Ab Noctua Protecti” ha deciso di ritornare alle proprie radici sonore. Dopo aver dimostrato a tutti che gli Abhor sanno suonare black metal violento e senza fronzoli, ora il gruppo veneto ritorna ad ammaliarci con le sue tipiche atmosfere occulte, che hanno contribuito alla fortuna del gruppo stesso. Con il predecessore “In Nostrum Maleficium” gli Abhor avevano indossato la veste più nera e spietata, lasciando da parte quell’alone mistico e tremendamente occulto che li aveva accompagnati sin dagli esordi. Dopo il progressivo inasprimento del sound con “Venehementia” prima, e “In Nostrum Maleficium” poi, sembrava scontato che il nuovo album continuasse su questa scia, invece gli Abhor hanno virato rotta per l’ennesima volta. Siamo testimoni, infatti, di un ritorno all’antico che non rinnega quanto fatto nel recente passato; anzi, ora la band ritorna a sviscerare atmosfere da brivido con una convinzione nei propri mezzi ancora maggiore, con la capacità di rendere violente e agghiaccianti anche le atmosfere più velate. Il protagonista assoluto di questa nuova release è il misticismo, l’occultismo vissuto come esperienza intima e profonda. Poco importa se i ritmi sono notevolmente calati, qui domina la nebbia dell’arcano che avvolge in una tetra aura tutto lo spazio esistente. Peccato che questo album non sia uscito una decina di anni fa, avrebbe avuto di certo una risonanza maggiore, ma per fortuna questa volta la band è supportata da una buona etichetta come la Moribund Records che, ci auguriamo, riuscirà a rendere la giusta visibilità ad uno dei migliori gruppi italiani in circolazione. Gli Abhor sono ancora una volta abili nel saper dosare la giusta commistione di elementi tipicamente norvegesi nel proprio sound black metal e di quelli appartenenti alla tradizione metal più occulta del nostro paese (“Scent Of Sulphur” ne è un ottimo esempio). Anche su questo album c’è qualcosa delle atmosfere create da gruppi norvegesi esordienti come Ancient e Gehenna, ma c’è anche tanto del classico trademark che gli Abhor si sono costruiti nel corso degli anni. Attenzione, non confondete il turpe richiamo alle tenebre dei Nostri con la musica sinfonica extreme metal utilizzata da gruppi come Cradle Of Filth, dimostrereste pericolosamente di non aver compreso appieno il potenziale diabolico di “Ab Luna Lucenti, Ab Noctua Protecti”, un album che è l’essenza della malignità.