7.5
- Band: ABHORRENT DECIMATION
- Durata: 00:37:54
- Disponibile dal: 25/09/2015
- Etichetta:
- Cold Birth Records
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“Miasmic Mutation” dei londinesi Abhorrent Decimation può essere visto come un violentissimo pugno in faccia a tutti coloro che accusano la moderna scena death metal di sterilità e freddezza, sacrificando sull’altare della tecnica e della pulizia sonora quegli elementi, nella fattispecie concretezza e barbarie, indispensabili per una corretta fruizione del genere. Il quintetto – già autore di un solido EP un paio di anni fa – esordisce infatti sulla lunga distanza con un disco che, pur inserendosi innegabilmente nel filone ‘evoluto’ ad appannaggio di etichette come la Willowtip o la Unique Leader, colpisce per l’entusiasmo e la competenza con cui maneggia certe soluzioni senza mai scadere in virtuosismi fini a se stessi o in scelte di produzione artificiose, le quali offrono per l’appunto assist ai vari detrattori. Che i Nostri abbiano speso diverse ore sui loro strumenti è fuori discussione, ma ciò non si traduce in un assalto smorzato, così come i suoni scintillanti a cura di Ronnie Björnström (Aeon, Bodyfarm, Cut Up) non solo rifuggono da effetti plasticosi o innocui, ma esaltano a dismisura il flavour ‘meccanico’ di buona parte del materiale contenuto nell’opera, ricollegandosi direttamente all’artwork glaciale e futurista del sempre più richiesto Pär Olofsson (Aborted, Exodus, Immolation). La ricetta degli Abhorrent Decimation è poi tanto semplice quanto efficace: un mix di Decapitated del periodo “The Negation”/“Organic Hallucinosis”, Psycroptic e – perchè no – Meshuggah, con una spruzzata di Hour Of Penance per quanto concerne le parentesi più tirate e selvagge. Una formula che sicuramente suonerà familiare a moltissimi appassionati di techno-death, esemplificata da riff di chitarra taglienti e stoppati, ritmiche marziali, spesso sincopate, linee melodiche ben in evidenza e un growling potentissimo che non lascia spazio a dubbi sulla ferocia insita nel progetto, per un risultato finale che è veramente un piacere ascoltare fino alle soglie dell’assuefazione. I brani procedono fluidi e coerenti nella loro missione distruttiva, ognuno con qualche piccolo dettaglio a distinguerlo dagli altri; è il caso di “Eternal Repulsion”, dal vago afflato black metal, della lunga e strutturata “Souls Of Sedation”, ricca di cambi di tempo e stop’n’go al cardiopalma, o della conclusiva “Odious”, da cui emergono cori subliminali e orchestrazioni in odore di Fleshgod Apocalypse. Non lasciatevi quindi ingannare dal monicker truculento e ignorante: questi ragazzi sono molto più che meri picchiatori senza cervello. Se apprezzate anche solo uno dei gruppi citati non potete lasciarveli sfuggire.