8.0
- Band: ABIGOR
- Durata: 00:48:00
- Disponibile dal: 21/12/2023
- Etichetta:
- World Terror Committee
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Nell’industria discografica moderna è ormai prassi comune quella di creare hype per un qualsivoglia album in uscita, spesso con annunci e preview che anticipano di mesi la data di pubblicazione. Agli antipodi troviamo però gruppi come i Deathspell Omega o Abigor, ai quali tale modus operandi evidentemente non va molto a genio e preferiscono sempre uscire dal loro letargo artistico senza grossi proclami.
Nel caso dell’ultimo lavoro della band austriaca capitanata da Silenius la faccenda ha avuto risvolti ancora più intransigenti in quanto il nuovo “Taphonomia Aeternitatis”, uscito ufficialmente a inizio dicembre esclusivamente in formato fisico, non ha goduto di nessuna promozione o distribuzione digitale, tanto che per più di un mese (viene pubblicato sul loro Bandcamp solamente il 18 gennaio) il solo modo per ascoltarlo attraverso canali ufficiali era quello di comprare il disco. Un intento, questo, sbandierato dalla band e senza dubbio riuscito.
Come se ciò non bastasse, a rendere il tutto ancora più complicato, il terzetto continua a disorientare anche a livello musicale pubblicando, a partire dal surreale “Fractal Possession”, lavori imprevedibili. Se infatti il precedente “Totschläger (A Saintslayer’s Songbook)” ci aveva illuso con un ritorno ai fasti di “Nachthymnen” (seppur in chiave moderna), questo nuovo album ci consegna gli Abigor come una band in vena sperimentale, partendo dall’attitudine trasversale di “Fractal Possession” ed aggiungendo una vena molto drammatica, quasi da teatro dell’assurdo: quasi cinquanta minuti di un black metal avanguardistico e dissonante, vagamente figlio degli ultimi Deathspell Omega, meno aggressivo ma dalle strutture ancora più cervellotiche ed astratte. Se avete presente il disco omonimo del progetto collaborativo NEDXXX, più o meno sapete dove si andrà a parare.
Con una premessa simile è facile immaginare quanto sia complesso addentrarsi in ognuno degli otto capitoli che compongono “Taphonomia Aeternitatis”, vista la mole di idee presenti: già dalla traccia di apertura “Halt The Wheel Of Timeless Change” o nella successiva “Soldaten Satans” si viene trascinati un un caleidoscopio di chitarre oblique, estremamente eleganti e sempre in movimento, ritmiche cangianti ed un approccio vocale più estroso del solito. L’unica somiglianza che viene in mente è forse quella con un disco come “Prometheus” degli Emperor, con i suoi arrangiamenti progressivi.
“Feasting On The Prophet’s Blood” è un delirante spettacolo grand guignol, teatrale e disturbante nella sua follia, mentre “Extermination Angel” è una rasoiata violentissima, caratterizzata uno splendido uso della melodia e degna dei migliori Deathspell Omega. A proposito, pare che ci sia lo zampino di Mikko Aspa dietro ad alcuni cantati e la cosa non stupirebbe affatto.
I ritmi si abbassano con “Cult Of Elder Chaos” brano inquietante e dal sapore quasi doom, con un bellissimo intervento vocale femminile (non accreditato) ad opera di quella che sembrerebbe essere Marthynna dei connazionali Der Blutharsch. Voci pulite, un mood austero e violento caratterizzano “Burning Hell” mentre con “Forniotrs Weltenreise” si torna per un momento agli Abigor più classici, fatti di atmosfere medievali ed epiche.
La responsabilità di chiudere l’album spetta invece a “Morning Star Anthropophagia” infernale traccia in cui convergono chitarre progressive, sprazzi di industrial nero e marziale, parti corali e disturbanti su di un tappeto ritmico intenso e sparato a mille.
Se da un certo punto di vista molte caratteristiche del suono del trio austriaco, come il lavoro di chitarre celebrale e disorientante, continuano lungo un processo evolutivo costante, quello che stupisce degli Abigor attuali è la bravura nel canalizzare il tutto attraverso diversi mood e concept, mantenendo una personalità di fondo riconoscibile ed unica.
Il risultato di tutto ciò è “Taphonomia Aeternitatis”, un disco enorme, difficile, stimolante e volutamente fastidioso nella sua complessità, che rischia di diventare polarizzante e divisivo, anche tra i fan della stessa band. Non fatevi però abbagliare dalla sua cripticità, una volta dentro ad un tale labirinto non ne vorrete più uscire.