6.0
- Band: ABLAZE MY SORROW
- Durata: 00:47:07
- Disponibile dal: 12/02/2021
- Etichetta:
- Black Lion Records
Spotify:
Apple Music:
Sono tanti coloro che sperano in un revival del death metal melodico di stampo svedese, un genere che ha avuto un picco altissimo di notorietà per andare poi a disperdersi in tante ramificazioni ed evoluzioni, che hanno coinvolto tutti i massimi esponenti della scena. Nel 2016 avevamo avuto occasione di parlare del ritorno degli Ablaze My Sorrow che, con il loro quarto album, “Black”, provavano a riprendere le fila di un discorso lasciato in sospeso ben diciotto anni prima. In quella occasione non eravamo rimasti poi così colpiti dal ritorno degli svedesi, autori di un lavoro troppo in linea con i dettami classici del genere, poco convincente nella scrittura e fuori tempo massimo rispetto alla maturazione di tanti colleghi. Speravamo di poter cambiare idea con il nuovo “Among Ashes And Monoliths”, ma la situazione sembra essere addirittura peggiorata. Nei quattro anni abbondanti trascorsi, gli Ablaze My Sorrow hanno affrontato un importante cambio di line-up che ha visto l’ingresso alla voce di Jonas Udd: il nuovo cantante risulta essere efficace e potente nel suo growling mentre non appare del tutto a suo agio nei (pochi) momenti puliti. Nessuno scossone particolare, invece, per quanto riguarda la composizione dei brani, che continua ad appiattirsi su strutture trite e ritrite, senza spunti melodici davvero interessanti e con canzoni che scorrono via senza lasciare alcuna traccia. Non ci sono difetti tali da rendere l’album un disastro e, almeno sul piano formale, la band riesce a portare a casa un risultato dignitoso, soprattutto quando cerca di integrare qualche striatura più oscura e cattiva, ma ancora una volta la sensazione è quella di avere a che fare con un album nato vecchio, appetibile solo ai fan ‘die hard’ del sound di fine anni Novanta. Chi sperava che una rinascita del death metal melodico potesse passare anche dagli Ablaze My Sorrow, rischia di trovarsi di fronte ad un’altra delusione.