6.5
- Band: ABNORMAL THOUGHT PATTERNS
- Durata: 00:41:11
- Disponibile dal: 25/06/2013
- Etichetta:
- Lifeforce Records
- Distributore: Audioglobe
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Dietro al monicker Abnormal Thought Patterns si celano i nomi dei gemelli Tipton degli Zero Hour, accompagnati in questa nuova avventura tutta strumentale da Mike Guy, anch’esso una vecchia conoscenza della fu progressive metal band californiana. Un power trio, dunque, all’insegna della libera sperimentazione e del tecnicismo strumentale orgogliosamente fine a sè stesso, in un rincorrersi di intrecci chitarristici iperbolici e lunghe suite dal sapore futuristico, ricche di melodia e di piccoli, minuziosi dettagli. Tanta carne al fuoco per i fan di Animals As Leaders, dai quali la band prende concetto musicale e produzione (tornano in mente anche i Periphery), senza poi dimenticare quelle radici che trovano terreno fertile dei Control Denied di Chuck Schuldiner, tenendo ben presente che stiamo parlando di una creatura evoluta e impiantata nell’anno 2013. Nel dettaglio, non c’è effettivamente granchè da dire sull’interezza del lavoro in sè, un prodotto evidentemente adatto a completisti e ai fanatici dello strumentalismo più sfrenato. Competenza e cognizione di causa, del resto, non mancano: i suoni sono limpidi e ben realizzati, l’esecuzione è da maestri e la massiccia presenza di rasoiate melodiche aiuta senza troppo impegno ad arrivare alla fine dell’ascolto senza grandi momenti di noia. Tuttavia, l’assenza totale di parti vocali, non aiuta molto chi si accinge a familiarizzare con questa musica per la prima volta. E’ vero che questa scelta resta il vero e proprio fulcro del lavoro (fino a prova contraria), è anche vero che qui a parlare sono gli strumenti, onnipresenti, mai stanchi e liberi di inventarsi tutto ciò che ritengono opportuno, ma è anche vero che, se accettiamo questo tipo di approccio, accettiamo, di conseguenza, anche un limite artistico che, sinceramente, non ci sentiamo di sostenere fino in fondo. Insomma, il punto di forza di “Manipulation Under Anesthesia” potrebbe essere anche la sua debolezza, o viceversa. Detto questo, lasciamo la patata bollente ai (forse) pochi cultori sopravvissuti di un’ideologia artistica ontranzista nella sua architettura più pura.