7.5
- Band: ABNORMALITY
- Durata: 00:34:24
- Disponibile dal: 24/05/2012
- Etichetta:
- Sevared Records
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Perché la Sevared Records è divenuta una garanzia per gli appassionati di metallo estremo? Per il suo fiuto, grazie al quale gli statunitensi Abnormality riescono a debuttare su lunga distanza dopo sette anni dalla loro fondazione, seguita da un demo e un EP autoprodotti. La musica contenuta in “Contaminating The Hive Mind” è death metal, avvolgente nelle trame, asfissiante nelle ritmiche e quadrato nell’espressione: per avere un riferimento concreto, anche se un po’ approssimativo, provate ad immaginarvi il possibile ibrido tra un “Organic Hallucinosis” al doppio della velocità e l’omonimo dei Suffocation, piuttosto diretto, risultando il tutto in un suono moderno, marziale ed asettico. Le canzoni, a partire dall’apripista “Monarch Omega” (il brano più “vendibile” del lotto, non a caso scelto per realizzare un videoclip), evidenziano tutte una certa varietà di soluzioni, organizzate da un songwriting curato ed ispirato, tale da rendere possibile e funzionale la coesistenza di aspetti anche molto diversi all’interno della stessa canzone: prendete ad esempio “Taste Of Despair”, che parte pachidermica, col suo riff à la Gojira, per poi esplodere senza ritegno; prendete anche una “Shooting The Messenger”, vero e proprio tripudio di riff e cambi di tempo senza che ne siate, tuttavia, disorientati. Ovviamente in ogni canzone potrete reperire aspetti comuni e collimanti, tanto cardinali per il sound degli Abnormality da renderlo addirittura personale e riconoscibile: al gusto per il riff, generalmente nelle sue accezioni più moderne anche se mai dimentico delle fascinazioni della vecchia scuola (aspetto che ritroverete anche nel rumorismo di certi soli), viene affiancata una pregevole capacità tecnica, che il gruppo mette al completo servizio delle composizioni, tanto da rendergli possibile la continua (ed esaustiva) ricerca del groove, nonostante la velocità. In conclusione, “Contaminating The Hive Mind” merita più di una possibilità perché è in grado di regalare ascolti soddisfacenti, rivelandosi un debutto decisamente maturo, vitale e ben calibrato: magari, potrà scontentare i fanatici della vecchia scuola, ma temiamo che sarebbe più una posa che reale disapprovazione. PS: buona, anche se probabilmente non scevra d’effetti, la prestazione vocale della cantante Mallika Sundaramurthy, che ringhia “manco c’avesse la rabbia”.