6.5
- Band: ABOMINATION
- Durata: 02:26:52
- Disponibile dal: 04/11/2011
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
“The Ultimate Abomination Legacy” è una raccolta onnicomprensiva di tutto il materiale uscito a nome Abomination nel corso degli anni: stiamo parlando di un paio di demo, due album ufficiali, un EP ed un brano apparso in uno split. La band, riformatasi recentemente sotto la guida del grandissimo Paul Speckmann, propone un death-thrash intriso di ignoranza assoluta, spezzata qua e là da alcuni pregevoli inserti death assolutamente inaspettati. La Nuclear Blast, loro etichetta storica, compie un lavoro di ottima fattura, fatto appositamente per rilanciare il nome della band statunitense sulle scene. A dire il vero, gli Abomination, a differenza dei cugini Master non sono mai stati un gruppo fondamentale, però la loro passione e la loro attitudine non possono che colpire, soprattutto al giorno d’oggi, dove gli album sono tutti artificiosamente e “plasticamente” uguali. Dicevamo della musica: praticamente Speckmann e soci inizialmente proponevano un crossover sporcato dal death che in quel periodo iniziava a muovere i primi, giganteschi passi, e ricordavano una sorta di versione thrashy dei Master stessi. Il crossover di cui si parla è quello primigenio, derivato dall’unione di thrash ed hardcore, senza sperimentalismi di sorta e senza influenze mutuate dal mondo hip hop. I brani sono veramente diretti, sporchi e senza fronzoli, con una chiarissima attitudine punkeggiante, ma che a tratti riservano delle sorprese graditissime, come accade nell’iniziale “The Choice”, dove in alcuni casi il riffing anticipa i Death post “Human” – ovviamente con le dovute differenze tecniche ed espressive. Senza perderci nella descrizione dei 36 brani qui presenti, possiamo dire che “Abomination” rappresenta il lato più selvatico ed urgente del sound della band, mentre il successivo “Tragedy Strikes” mette già in mostra un songwriting più maturo e death oriented, guadagnando in profondità ma perdendo sicuramente in impatto e sostituendo il crossover con delle melodie più marcatamente heavy metal. “The Final War”, originariamente uscito nel 1999, gode di una produzione completamente sbagliata ed anche il songwriting non è assolutamente all’altezza dei due predecessori; se tecnicamente Mike Shaffer alla chitarra è superiore al povero Dean Chioles (morto nel 2001 per una sclerosi laterale amiotrofica) ed il basso di Speckmann compie un lavoro decisamente buono, è il complesso delle composizioni a non convincere, ammantando l’EP di una cortina di noia difficile da dissipare. In definitiva, “The Ultimate Abomination Legacy” è una raccolta sicuramente ottima dal punto di vista formale, ma di cui non vediamo la reale utilità: i fan storici della band conosceranno molto bene tutti i brani – peraltro qui riproposti con le registrazioni originali – mentre onestamente non sappiamo quanto le nuove leve possano apprezzare una band che nemmeno al suo apice è mai parsa trascendentale. Quindi, alla fine, solo i pochi tuttologi di Paul Speckmann troveranno questa compilazione degna di interesse e venerazione; nella migliore delle ipotesi qui in Italia questo lavoro servirà ad attirare un centinaio di persone ai live della band, invece che le solite cinquanta che di norma accorrono a vedere i Master!