voto
7.5
7.5
- Band: ABORTED
- Durata: 00:22:30
- Disponibile dal: /01/2010
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
Streaming non ancora disponibile
Cambio di lineup numero 164598664 per gli Aborted. A quanto pare, Sven de Caluwé ci tiene ad entrare nel guinness dei primati e così continua a licenziare e a sostituire “personale”, rivoluzionando totalmente la formazione praticamente ogni due anni o giù di lì. Difficile non rimanere disorientati da un tale andirivieni, anche quando, come in questo caso, si rivede qualche faccia conosciuta come quella di Dirk Verbeuren, già batterista dei nostri ai tempi di “Goremageddon” e ora turnista di lusso per band o musicisti come Soilwork, Sybreed o Warrel Dane. Bisognerà forse rassegnarsi… gli Aborted sono Sven de Caluwé e nient’altro: una sola persona al comando e guai a chi fiata, proprio come accade/accadeva nei vari Annihilator, Death o Pestilence. Il frontman belga questa volta ha assemblato una lineup internazionale, che vede, oltre al connazionale Verbeuren dietro le pelli, l’americano Ken Sorceron (dai black metallers Abigail Williams) e l’israeliano Eran Segal (ex Whorecore) alle chitarre e, infine, l’americano Cole Martinez (System Divine ed ex Years Of Fire) al basso. Tanta varietà di origini e influenze non ha però portato a un’evoluzione del sound degli Aborted. Anzi, per certi aspetti, in questo caso si potrebbe parlare di involuzione, dato che i nostri sono tornati con prepotenza al death-grind viscerale di “Goremageddon”, accantonando quasi del tutto le finezze e i piccoli esperimenti degli ultimi lavori. La title track e “From A Tepid Whiff” sono mazzate che alternano furia cieca e groove proprio come ai tempi del terzo album (e di certe tracce di “The Archaic Abattoir”), “Grime” è un po’ più tecnica e nervosa, mentre la notevole “A Cadaverous Dissertation” ha nel suo riffing affilato e negli indovinatissimi spunti melodici un nuovo tributo ai Carcass di “Necroticism”… cosa che i nostri non facevano più da vari anni. Un EP che dunque ha tutte le potenzialità per rivelarsi un’opera graditissima per tutti i fan della prima ora degli Aborted. Chi scrive, a dire il vero, ha sempre apprezzato ogni mossa della band, ma c’è da dire che “Coronary Reconstruction” non ha davvero una virgola fuori posto, tanto che ci sentiamo di collocarlo immediatamente tra le cose migliori realizzate dal gruppo negli ultimi anni. E c’è anche una cover del mega-classico “Left Hand Path” – lievemente velocizzato e con degli assoli diversi – come ciliegina sulla torta! Insomma, per ora continua ad avere ragione il buon Sven!