8.0
- Band: ABORTED
- Durata: 00:42:42
- Disponibile dal: 20/02/2007
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
I continui cambi di lineup non sembrano poter fermare l’ascesa degli Aborted. Il frontman Sven De Caluwè – ormai il solo sopravvissuto della formazione originale – continua infatti a dimostrarsi assolutamente determinato e soprattutto in possesso di un ottimo fiuto quando si tratta di reclutare nuovi membri. “Slaughter and Apparatus: A Methodical Overture”, album scritto a quattro mani con il nuovo chitarrista Sebastien Tuvi, si rivela infatti l’ennesimo ottimo lavoro della death metal band belga, oggi approdata addirittura nel roster della Century Media dopo anni trascorsi presso Listenable Records. Come noto, i nostri da qualche anno a questa parte hanno abbandonato le sonorità prettamente gore-grind che ne avevano caratterizzato i timidi esordi per abbracciare uno stile più variegato e moderno. E “Slaughter…”, in questo senso, conferma in pieno il continuo desiderio degli Aborted di proporre qualcosa di maggiormente fuori dagli schemi, senza però tradire del tutto le proprie origini. Rispetto al precedente “The Archaic Abattoir” – che, a tratti, poteva essere visto come un album degli Strapping Young Lad riletto in salsa death metal – i nostri hanno optato per un songwriting lievemente più tecnico e complesso, che, per quanto concerne le strutture, rimanda a volte addirittura ad “Engineering The Dead”, secondo full-length della discografia della band. Ascoltando il CD si ha proprio l’impressione che si tratti di un sunto di tutto ciò che il gruppo ha realizzato in carriera, arricchito però da influenze ed elementi più moderni. Se da un lato abbiamo infatti strutture piuttosto articolate, un gran numero di assoli e le ormai immancabili influenze Carcass, dall’altro abbiamo un inaspettato uso delle tastiere, una performance vocale a volte più vicina a canoni thrash-death che death-grind e, soprattutto, una ricerca del groove decisamente più assidua del solito, figlia forse dei tour recentemente intrapresi con band come Kataklysm e Despised Icon. Evitando di ripetersi, gli Aborted ci offrono quindi un mix piuttosto particolare, che si manifesta in una tracklist a dir poco brillante, colma di spunti davvero interessanti e coinvolgenti (“The Chondrin Enigma”, “Avenious” e “Ingenuity In Genocide” le canzoni migliori). Ci vorranno magari più ascolti del solito per assimilare il tutto, ma possiamo assicurarvi che ne varrà assolutamente la pena!