7.5
- Band: ABORTED
- Durata: 00:45:02
- Disponibile dal: 21/09/2018
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
A seconda dei punti di vista, recensire un disco degli Aborted è impresa facile o difficile. Facile per le conclusioni a cui è possibile giungere dopo l’ennesima dimostrazione di classe e talento da parte di Sven de Caluwé e soci; difficile perché il vocabolario di parole spendibili, dopo vent’anni di carriera vissuti (quasi) sempre al top della scena, comincia a farsi ristretto. Di fronte al nuovo “TerrorVision”, quindi, non possiamo fare altro che ripetere concetti già espressi su queste pagine, prendendo come punto di riferimento la svolta atmosferica dell’ottimo “Retrogore” per poi retrocedere di qualche passo fino al ‘back to the roots’ prettamente death/grind di lavori molto fortunati come “The Necrotic Manifesto” e “Global Flatline”.
Negli undici brani che compongono la tracklist, ampiamente sviscerati nello speciale di qualche settimana fa, i Nostri fanno muro intorno ai loro consolidati punti di forza, approfondiscono le arie macabre/cinematografiche della suddetta opera del 2016 e si cimentano nel più classico e appagante ‘riassunto delle puntate precedenti’, senza mai rinunciare alla spiccata espressività che ne ha sempre contraddistinto il songwriting. Un film già visto, un copione già letto, eppure capace di tenere lo spettatore incollato alla poltrona dall’inizio alla fine, vuoi per il piglio autoritario con cui certe soluzioni vengono maneggiate e incastrate fra loro, vuoi per i piccoli colpi di scena che puntualmente determinano un sussulto e che arricchiscono di una nuova sfumatura la tavolozza dell’opera. Che si tratti di distorcere una melodia da soundtrack horror anni ’80 (“Farewell to the Flesh”) o che si decida di raggelare il tutto con improvvise scariche di black metal (“Vespertine Decay”), il quintetto si fa portavoce di un’aggressione costantemente profonda e dinamica, la quale – una volta superata la ‘botta’ di ignoranza iniziale – svela presto le sue ambizioni e le sue doti visionarie. Un ritorno di gran classe, un attestato di ingegno che in pochi, raggiunto il traguardo del full-length numero dieci (!), possono permettersi. A noi non resta che sederci comodi, preparare i pop-corn e tuffarci spassionatamente in questo ennesimo delirio splatter.