
8.0
- Band: ABORTED
- Durata: 00:36:29
- Disponibile dal: 19/04/2005
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Prima d’ora chi scrive non aveva mai considerato gli Aborted qualcosa di più di un buon gruppo, al limite una promessa della scena death europea che – a dispetto di una discografia già piuttosto nutrita – forse non aveva ancora tirato fuori tutto il suo potenziale. Ascoltando "The Archaic Abattoir", i dubbi si dissipano all’istante e le impressioni iniziali vengono in qualche modo confermate: eccolo, questo è il disco della consacrazione! Nei precedenti "Engineering The Dead" e "Goremageddon" erano contenute sicuramente delle gran belle canzoni ma erano entrambe opere ancora un po’ troppo legate a, per certi versi, vetusti schemi death-grind in grado talvolta d’impedire l’emersione della personalità e dell’estro della formazione belga, presunte qualità a volte soffocate da cascate di ignorantissimi blast beat. Stavolta invece il problema non si pone minimamente: tutto è dosato alla perfezione, le idee ci sono, sono tante, sono originali e sono rese al meglio, anche in virtù di una produzione più convincente che mai. Death metal, incredibili spunti alla Carcass periodo "Necroticism"/"Heartwork", variazioni techno-thrash e persino un pizzico della follia degli Strapping Young Lad: questo è ciò che gli Aborted ci offrono nel nuovo "The Archaic Abattoir", il meglio del metal estremo degli ultimi anni condensato con grande gusto e coerenza in una decina di canzoni assolutamente coinvolgenti e trascinanti, tecniche e varie, del tutto personali e più che mai lontane dai cliché. Eccezionale e ultra versatile la prova del vocalist Sven De Caluwè – che duetta spesso e volentieri anche con gli ospiti/amici Bo Summer (Illdisposed), Michael Bogballe (Mnemic) e Jacob Bredahl (Hatesphere) – fantasiosa e precisissima quella del nuovo batterista Gilles Dellecroix (un grande acquisto!), ineccepibile quella degli axemen. Gli Aborted suonano alla grande e si rivelano una volta per tutte compositori coraggiosi ed ispiratissimi. La Listenable forse si sbilancia un po’ sostenendo che se i Carcass non si fossero prima rammolliti e poi sciolti avrebbero probabilmente suonato come gli Aborted di oggi, però è certo che il quintetto belga con questo nuovo platter ha senz’altro raggiunto l’apice della carriera e si è fatto segnalare come un act dotato di grande creatività e intelligenza. Procuratevelo!