7.5
- Band: ABORYM
- Durata: 00:44:23
- Disponibile dal: 14/03/2006
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
“Re-generator” sarebbe stato certamente il titolo migliore per il quarto, atteso, album degli Aborym visti i cambiamenti avvenuti in seno alla formazione romana. Partiamo con ordine: “Generator” mostra una decisiva differenza con i suoi predecessori perché per la prima volta c’è un batterista vero e proprio, e che batterista, visto che si tratta dell’ex Emperor Mr. Faust! La drum machine è rimasta legata al passato così come il chitarrista Seth ora in forza ai rinati Dissection e ad Attila, il cantante ungherese che è tornato a far parte della line up dei Mayhem. Già questi importanti cambiamenti di line up sarebbero sufficienti per conferire a “Generator” tutta l’attenzione del caso, visto anche il calibro di personaggi quali Attila e Faust. A tutto questo aggiungete una nuova etichetta, la Season Of Mist francese, il nuovo singer Prime Evil proveniente niente di meno che dai Mysticum e un songwriting rigenerato: ecco che il cerchio si chiude, non lasciando altro che la curiosità di andare ad ascoltare traccia per traccia il quarto album di quello che è ormai diventato un gruppo internazionale, a metà tra l’Italia e la Norvegia. “Generator”, intelligentemente, riassume tutte le sfumature sonore e stilistiche presenti nelle release precedenti e per questo, a parte il debut straordinario, è il più vario album degli Aborym. Prime Evil si destreggia bene, non avrà la voce inconfondibile di Attila, ma sarebbe davvero errato ed ingiusto giudicare il nuovo singer facendo un paragone che non incide sulla bontà complessiva del CD. L’opener “Disgust And Rage (Sic Trausit Gloria Mundi)”, la stessa “Generator” oppure l’ottima “Rianrama Kolossal S.P.D.R. (Satanic Pollution – Qliphotic Ra)” che tanto ricorda lo stile presente in “Kali Yuga Bizarre”, sono gli esempi più alti e più rappresentativi del ‘nuovo’ stile Aborym, uno stile che continua a sondare nuovi territori, come un fiume in piena, che però si porta dietro i fondamentali detriti del terreno già esplorato negli album precedenti impreziosendo il nuovo con il vecchio materiale. Rispetto a “With Human Intervention”, album più violento, ma che dopo pochi ascolti perdeva via via d’interesse e personalità, “Generator” ha la forza della duttilità e per questo non stanca mai. Qualitativamente i riff non sono tutti eccelsi e “Generator” non è di certo un album impeccabile e irraggiungibile, ma si tratta di un ottimo prodotto, ben registrato e concepito che ha perso parecchi influssi industrial per approfondire il discorso extreme metal. Come succede subito dopo un’uscita discografica del gruppo in questione non si può non lanciare il proclama: che il tam tam immancabile fatto di commenti, entusiasmi, critiche abbia inizio! Ma, alla fine, quello che rimarrà sarà solo la musica di “Generator”.