7.0
- Band: ABORYM
- Durata: 00:32:49
- Disponibile dal: 08/11/2010
- Etichetta:
- Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Sempre più difficile diventa riuscire a capire quale sia il presente ed il futuro degli Aborym. Gli elementi nuovi presenti sul quinto full length album intitolato “Psychogrotesque”, infatti, non mancano e non è del tutto chiaro quale potrebbe essere il cammino della band da qui in poi. Un bel mistero, gli Aborym, adesso più che mai. Il nuovo album è pieno di apparenti contraddizioni: a volte l’appeal dei brani sembra copiato da quello di alcuni gruppi black metal di un decennio fa che si cimentavano nell’introduzione dell’elettronica all’interno del tessuto extreme metal, altre volte invece la band italiana sembra inesorabilmente votata al futuro, al progresso stilistico verso nuove e contorte forme. Con “Psychogrotesque” gli Aborym hanno voluto azzerare quanto di buono fatto con il precedente “Generator”, hanno avuto il coraggio di andare oltre, troppo facile e comodo sarebbe stato riproporre un “Generator” parte seconda! Il nuovo capitolo è più complicato rispetto al suo predecessore, non si fa cogliere immediatamente e per questo è allo stesso tempo più rischioso. D’altra parte però, se vivisezioniamo i brani singolarmente, ci accorgiamo che il songwriting è davvero semplice e lineare, ma se visto nel suo insieme e nella sua natura multiforme risulta meno definibile rispetto a “Generator”. Qui le parti di elettronica e quelle black metal si rubano elegantemente la scena, ed il meglio lo ottengono intrecciandosi vorticosamente. La produzione è fredda e precisa, ma le chitarre avrebbero poturo essere assai più pesanti ed incisive. Gli special guest su questa release non si contano (sono circa una decina), ma ciò che fa notizia è la dipartita dalla band sia dello storico chitarrista Nysrok, sia del cantante Prime Evil. Per la prima volta Fabban si è trovato ad essere il solo e principale cantante negli Aborym e la sua prestazione complessiva è più che positiva. Gli Aborym intrecciano molto bene l’ottimo lavoro di Faust alla batteria con i samples, le parti puramente elettroniche (non moltissime e comunque non abbastanza come qualche fan vorrebbe) sono di alto livello come al solito ma, sebbene i brani rimangano facilmente impressi in testa, l’album dei ‘nuovi’ Aborym (che presentano alla chitarra Hell-I0-Kabbalus dei Malfeitor) un po’ delude perché c’è la sensazione che qualcosa sia troppo scontato per essere targato Aborym. Scontato e sorprendente allo stesso tempo, ruffiano nelle melodie e anti-commerciale per eccellenza, l’ennesimo album degli Aborym sguazza nel giudizio del contradditorio di tutti quelli a cui piace la loro musica anche se non la comprendono fino in fondo. Un altro album che farà discutere e scoppiare i forum di internet dedicati a questa band di indubbio spessore. Amare od odiare, non ci sono mezze misure con gli Aborym! A voi la scelta…