7.0
- Band: ABRAMAKABRA
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: /06/2010
- Etichetta:
- Astromaster Productions
- Distributore: Audioglobe
Spuntano un po’ dal nulla questi Abramakabra, progetto italo-americano capitanato da Steven Abram, che si occupa un po’ di tutto, coadiuvato solamente da un manipolo di guest musician. La band ha come scopo dichiarato quello di creare musica che fonda lo stoner rock con lo sludge doom ed il noise. Gli otto brani che vanno a comporre “The Imaginarium” in effetti si muovono su coordinate care soprattutto a band quali Electric Wizard, Sunn O))) e Hawkwind, per un risultato finale discretamente convincente. Certo, i nostri giocano tutto su un sound incredibilmente saturo e su distorsioni pesantissime che in certi casi vanno a coprire un songwriting che di personale ha ben poco. L’espediente comunque riesce a dare i suoi frutti e brani quali l’opener “The Weight Of Blue Butterflies” o l’interessante “Cabalactical Galactibal” stanno lì a dimostrarlo. La prima è una traccia di classico stoner doom ammantato di reminescenze acid space settantiane, mentre la seconda risente pesantemente di influssi space e gode di ritmiche del tutto particolari ed intriganti, salvo poi trasformarsi in un palese omaggio ai Kyuss con dissolvenze drone sul finale. Sul lavoro sono presenti anche due cover, entrambe ben eseguite: “The Schock” originariamente apparteneva al songbook dei Libra ed è stata utilizzata come colonna sonora di un film di Mario Bava. Gli Abramakabra la rivisitano con il distorsore al massimo ed alcuni semplici effetti sonori e riescono a mantenere integro il feeling originale. “Behind My Camel” è invece un brano strumentale dei Police che già conteneva elementi space e che i nostri reinterpretano a modo loro ed in maniera soddisfacente. Non male nemmeno “Following The Steps Of Mammuth Lord”, sebbene un po’ confusionaria, lo stoner drone straniante di “Spectrum: The Void” e “Mystica Vulcanica”, nella quale si avvertono anche influenze post metal. Sotto la media invece “Ultra Magik Ultra Fanatik”, dove i ritmi salgono e il mood risulta maggiormente vicino ad una forma esasperata di proto-heavy. Da segnalare che l’album non è cantato, sebbene vengano utilizzati molti effetti vocali, opera dello stesso Abram e di Keyla Northon. Per concludere, possiamo considerare “The Imaginarium” una più che buona opera prima, che ci mostra una band che colpisce più per l’impatto devastante dei suoi suoni che per la reale forza delle idee. Comunque sia, da tenere assolutamente d’occhio.