5.5
- Band: ABSTRACT SPIRIT
- Durata: 01:01:56
- Disponibile dal: //2008
- Etichetta:
- Solitude Prod.
Il doom più funereo e pesante sembra aver trovato terreno fertile nell’underground russo, data la quantità di band uscite negli ultimi anni da quelle terre. Tra gli ultimi arrivati troviamo questi Abstract Spirit, patrocinati dalla sempre attenta Solitude Production ed autori di un platter tipicamente funeral doom. Il terzetto è composto da due membri dei black metaller Twilight Is Mine, ovverosia Stellarghost alle tastiere e Hater alla chitarra e al basso; a completare la line up troviamo la voce dei Comatose Vigil A.E.. Proprio da questi ultimi prende avvio la musica dei nostri: ci troviamo davanti a dei brani lunghi ma non particolarmente articolati, molto lenti e pesanti ma con delle digressioni verso delle melodie cupe e goticheggianti. Le tastiere giocano un ruolo importante ma non determinante e la costruzione delle varie tracce è affidata sempre alla sei corde di Hater, peraltro autore di una prova discreta ma nulla più. Stellarghost, oltre a riempire i numerosi vuoti musicali e a proporre alcune interessanti partiture gotiche, spesso e volentieri si limita a doppiare il sound della chitarra. La voce, come da copione, è cavernosa e sofferta, e riesce ad evocare scenari di solitudine e depressione in modo piuttosto convincente. Il tutto, sebbene sia formalmente perfetto, risulta però dannatamente noioso e ripetitivo e la circolarità di certi riff è ben lontana dal creare un effetto straniante simil-drone. Sembra quasi che i russi si limitino a svolgere il compitino che in questo caso sarebbe quello di riproporre in maniera adeguata una formula che gli Shape Of Despair hanno reso famosa in passato. Se proprio bisogna salvare una traccia, quella sarebbe senza dubbio “Apostasy”, se non altro per il buon finale tastieristico. La produzione è piuttosto buona, anche se non certo ottima, mentre l’artwork è di gran classe. In conclusione ci sentiamo di consigliare gli Abstract Spirit solo ai doom metal freak più oltranzisti, ben consci che nel panorama attuale per emergere ci vogliono doti ben più spiccate di quelle messe in mostra dal trio russo.