7.0
- Band: ABYSMAL DAWN
- Durata: 00:48:00
- Disponibile dal: 24/10/2014
- Etichetta:
- Relapse Records
- Distributore: Audioglobe
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E con questo siamo a quota quattro: tante sono le release in formato full-length rilasciate in oltre un decennio dagli Abysmal Dawn, formazione californiana che, patrocinata ormai da anni dalla Relapse Records, per cui i ragazzi in questione costituiscono la frangia più dura e “true” dell’intero roster, ha sfornato nel tempo solidi lavori death metal di pregevole fattura. C’è da dire che fino ad ora, a parte un’inevitabile miglioramento in sede di esecuzione e composizione, gli Abysmal Dawn hanno di fatto variato poco la loro proposta, concentrandosi su di un approccio estremamente quadrato e ordinato, tratto che avvicina certamente il gruppo alla moderna corrente del settore, senza per questo mutuare in automatico i difetti spesso congeniti di questo tipo di realtà (come freddezza nella resa sonora e poca emotività espressa in musica). Oggi però arriva “Obsolescence” che, finalmente, segna un minimo tentativo di mischiare le carte in tavola in fase compositiva, un lavoro insomma che permetta di parlare di evoluzione in seno alla band. L’interesse di Charles Elliott verso le forme più complesse ed articolate del black metal non era certo un mistero, ma queste irrompono oggi prepotenti nel songwriting del musicista che, proprio in chiusura dell’album, pone una cover di “Night’s Blood”, indimenticabile cavalcata targata Dissection: partiamo dalla fine perché è sicuramente questo il tratto distintivo più notevole da riportare in sede di recensione, ovvero una commistione abbastanza marcata di elementi black su basi death che creano il famigerato ibrido ‘blackened’ death metal, inteso da questa formazione nella maniera più rigida possibile. A conti fatti, i primi brani presenti in scaletta non si discostano molto da quanto mostrato dai Behemoth periodo “Evangelion” e “The Satanist”, nonostante nel caso degli Abysmal Dawn gli innesti black non siano poi così radicati e si limitino fondamentalmente ad alcune asprezze tonali che assumono taluni riff, ma ciononostante questo è sufficiente a gettare una boccata di aria fresca rispetto allo statico passato a cui ci avevano abituato. Oltre a ciò, sono presenti come sempre tanti palm-muting, blast beat “ a bufera” intervallati da numerosi fill batteristici, ed arzigogolati interventi chitarristici gestiti dal combo nel migliore dei modi. Visto in generale, “Obsolescence” potrebbe insomma sembrare l’ennesimo parto di death metal tecnico e moderno, lontano anni luce dalla furia incontrollata dei primi vagiti del movimento; nella particolare ottica del gruppo invece, l’album segna un’importante allargamento di orizzonti per la band losangelina, che con giusta lungimiranza ha deciso di ammodernare un po’ il menu, inserendo pietanze inedite rispetto alla loro prassi. Nel complesso quindi, non si grida certo al miracolo, me nemmeno possiamo eccessivamente biasimare un percorso coerente e di sostanza come quello che gli Abysmal Dawn portano avanti con fierezza da oltre dieci anni.