7.5
- Band: ABYSMAL DESCENT
- Durata: 00:59:00
- Disponibile dal: 31/10/2025
- Etichetta:
- Nuclear Winter Records
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Profondo nero: si potrebbe descrivere con queste due parole il primo album degli Abysmal Descent, creatura proveniente dal Belgio, per la precisione da Bruxelles, dedita a una forma oscura e oppressiva di death metal, ben radicato nei canoni della vecchia scuola statunitense. Il disco si intitola “Dismal Thoughts” ed è composto da un breve intro più sette lunghe tracce di death metal, che alternano un lato più brutale e selvaggio a un altro con tinte più doom e in alcuni frangenti anche funeral doom, questi ultimi passaggi chiaramente contraddistinti da un’asfissiante inquietudine di fondo.
La miscela di death metal e doom metal non è una novità, anzi, è una costante di numerosi gruppi della new wave of old-school death metal che cercano di copiare i mostri sacri di questo filone, ossia gli Incantation: non tutti, però, riescono a risultare convincenti e alla lunga rischiano di apparire come un clone privo di creatività; gli Abysmal Descent, invece, sanno il fatto loro e sono un esempio perfetto della locuzione latina “nomen omen”, riuscendo a trasportare l’ascoltatore in una tenebrosa discesa negli abissi.
La casa discografica che lancia questo lavoro è la Nuclear Winter Records, una garanzia per gli appassionati di death metal tradizionale. Si va sul sicuro anche con i componenti del gruppo, nomi noti nell’underground belga che militano in svariate band come i Saqra’s Cult (black metal), Dehuman e Putrid Offal (death e grind), Echo Solar Void (drone/doom) e Neptunian Maximalism (psychedelic jazz drone). Il percorso creativo del quintetto, coerente e ben definito, dà l’idea sulle varie influenze che vanno a pervadere la musica proposta in “Dysmal Thoughts”, che si muove con maestria e competenza tra Incantation, Immolation, Morbid Angel, Disciples Of Mockery e Disembowelment.
La produzione è cupa e curata con tutti gli strumenti che emergono alla perfezione nel mixaggio, veramente di prim’ordine. Nota di merito alla sezione ritmica: precisa, tecnica, dinamica e ben amalgamata con il lavoro di chitarra. Il tutto è capace di creare un’impalcatura monolitica in cui tutti i tasselli si incastrano tra di loro con coerenza, come nella iper-brutale “Dismal Thoughts”.
Per quanto riguarda i riff emergono tre aspetti: un lato più classico che richiama i primissimi fraseggi di Trey Azagthoth, uno più dissonante che si rifà alla scuola di Robert Vigna e uno più tetro e assimilabile allo stile di John McEntee. A ciò si aggiunge anche qualche digressione nel doom più catacombale e riconducibile a nomi come Disma e Disembowelment. Più marginale, ma comunque presente, un tocco di death metal finlandese della prima ora riconducibile ai primissimi Funebre e ai Convulse, in modo particolare nei passaggi più cadenzati e sorretti da un serrato d-beat (“Labyrinth Of Distress” e “Obscured Visions”).
Ottima la prova vocale di Adrien Luxen, degno adepto dell’approccio ultra gutturale del maestro Craig Pillard. A prima vista potrebbe apparire poco centrata la copertina, anche se il filo conduttore c’è tutto in termini di scavo introspettivo delle più oscure paure dell’animo umano, come viene evidenziato anche dai temi trattati, tra visioni orrorifiche, sofferenza, disperazione ecc.
Gli Abysmal Descent sono una band sicuramente valida, che entra di diritto nel novero dei più convincenti gruppi moderni impegnati nel riproporre la versione più buia e cavernosa dell’old-school death metal, come per esempio Dead Congregation, Grave Miasma o Grave Upheaval.
