7.5
- Band: ABYSMAL GRIEF
- Durata: 01:14:02
- Disponibile dal: 17/07/2007
- Etichetta:
- Black Widow
- Distributore: Masterpiece
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Chi scrive ammette di essere partito un po’ prevenuto nei confronti degli Abysmal Grief, in quanto ricordava un live non proprio entusiasmante di qualche anno prima. Invece bisogna riconoscere che il trio genovese ci sa davvero fare e questo omonimo primo album è l” a dimostrarlo. Il lavoro è diviso in due parti: le prime sette canzoni sono a tutti gli effetti degli inediti (tranne “Creatures From The Grave” uscita su uno split con i Tony Tears), mentre le ultime quattro composizioni sono la riproposizione integrale dell’EP “Mors Eleison”. I nostri si cimentano con un certo successo con un genere musicale piuttosto di nicchia ma comunque di grande fascino: il dark. La band innerva comunque robuste dosi di doom metal nelle composizioni, in modo da renderle maggiormente appetibili e meno ermetiche. Non si fa nessuna fatica a scorgere tra i microsolchi del CD influenze quali quelle di Paul Chain (omaggiato peraltro dalla cover di “Occultism”, dal seminale “Detaching From Satan”), The Black e giù fino ad arrivare ad Antonio Bartoccetti e ai suoi Antonius Rex e soprattutto Jacula; per quanto riguarda l’aspetto maggiormente metallico della loro proposta si scorgono echi di Black Sabbath e Death SS, senza tralasciare un gusto per la psichedelia riletta in chiave Saint Vitus. Con dei simili riferimenti non si tarda a capire come mai gli Abysmal Grief abbiano trovato il loro terreno di coltura ideale all’interno della benemerita Black Widow records. Venendo alla musica si rimane ben impressionati dall’iniziale “The Necromass: Always They Answer” che ci mostra tutto il potenziale della band, spaziando da atmosfere sacre (o sacrileghe) care agli Jacula fino ad arrivare ad esplosioni chitarristiche di scuola Iommiana. Molto bene anche le doomeggianti “Cultus Lugubris”, “Mors Eleison” e “When The Ceremony Ends”, ammantata da un flavour darkeggiante davvero evocativo. Brani sottotono comunque non ve ne sono, ma in questo caso più che mai vale la raccomandazione di ascoltare il CD in un contesto fisico e mentale adatto, pena la non piena fruibilità dello stesso a livello emozionale. Possiamo quindi considerare gli Abysmal Grief come degnissimi prosecutori di una tradizione italica che si perpetua con successo da oltre trentacinque anni: bravissimi!