8.0
- Band: ABYSS (CA)
- Durata: 00:20:28
- Disponibile dal: 14/05/2015
- Etichetta:
- 20 Buck Spin
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“Heretical Anatomy” dei canadesi Abyss non è solo un lavoro da analizzare nel profondo in quanto debut album della band death metal di David Kristiansen (immenso vocalist degli altrettanto immensi Column of Heaven) ma soprattutto perché rappresenta una delle manifestazioni più riuscite in ambito death metal/crust per lo meno dall’uscita di “Interminable Night” degli Acephalix qualche anno fa. Parliamo di un due – tre anni in cui nessuno è riuscito ad elevare il genere a vette simili, e di un disco che superando persino l’estro degli Acephalix sancisce la comparsa definitva dei nuovi leaders del genere sulla mappa dei migliori ibridi punk/death metal e la loro simultanea consacrazione. Supportato in maniera incredibile da un produzione bruciante, ruggente e incredibilmente densa, le canzoni contenute in “Heretical Anatomy” rappresentano tutte sia un trionfo a sestante che le componenti essenziali di un agglomerato d’insieme che ha zero punti deboli. Ogni momento del disco è una vittoria schiacciante e un sigillo di dominio assoluto per la band, la quale ha saputo tramutare in un songwriting stellare degli intenti estremamente belligeranti e degli istinti primordiali davvero guerrafondai. Canzone dopo canzone questo disco letteralmente vi sbrana vivi, ma non stiamo assolutamente solo parlando della rabbia, della sporcizia e della feralità veicolata dalla musica, che sono incredibilmente ovvi e lampanti, bensì dei riff, dell’attitudine, dei breakdown dilanianti e delle idee tutte che sono andate a formare un disco nel suo insieme risultante essere una vera scarica di adrenalina. Partendo dalle ovvie influenze old school death e pseudo-death del passato (primi Sepultura, primi Obituary, Bolth Thrower, primi Asphyx, Autopsy eccetera) la band ha poi fatto collidere questo importantissimo bagaglio storico del death metal più marcio ed essenziale con la furia punk iconoclasta di gente come Wolfpack, Deviated Instinct, Skitsystem, Filth of Mankind eccetera. Il risultato finale è un inarrestabile turbine guerrafondaio di riff assassini e di sporcizia vorticosa che sembrano voler spazzare via ogni cosa. Sprezzo totale, rabbia suppurante, furia dilaniante. Un vero cataclisma auditivo in cui la furia del punk vive della pesantezza, la precisione e la malvagità del death metal che gli scorre nelle vene, pompando come il più incendiario dei carburanti. Con la manopola dell’intensità alzata al livello di allarme, siamo nei dintorni di gente come Hellshock, Vastum, Instinct of Survival, Nux Vomica e Napalm Raid avvolti nelle fiamme di un olocausto totale e prossimi all’implosione totale, come se ogni tratto più iconico del genere abbia raggiunto una sorta di massa critica prossima al collasso totale. Persino il termine “stenchcore” sta stretto ai Nostri anche se terminologicamente parlando sulla carta sono a tutti gli effetti una band stench. Ciò che separa i nostri dal gregge però è proprio questa loro attitudine rabbiosa e imbestialita che è stata capace di tradursi splendidamente in una forma canzone dinamica e vorticosa, con questa loro furia iconoclasta tradottasi in dei riff dilanianti e in un songwriting permeato da un soffocante e perenne senso di totale implacabilità. In appena venti minuti insomma gli Abyss si rendono autori di uno dei dischi più incendiari ed adrenalinci dell’anno, materializzando un lavoro che nell’ambito degli ibridi punk/metal rappresenta senza dubbio il capitolo più riuscito da ANNI a questa parte.