ABYSSIAN – Godly

Pubblicato il 17/04/2021 da
voto
7.0
  • Band: ABYSSIAN
  • Durata: 00:57:01
  • Disponibile dal: 26/02/2021
  • Etichetta:
  • Revalve Records

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In Italia abbiamo sempre avuto molto da dire in ambito doom, dalle sue declinazioni più estreme (siamo tra i padri del funeral), all’epic (Doomsword su tutti), fino al gothic/doom. È proprio da qua che muovono i loro passi i milanesi Abyssian, e lo fanno senza mai cadere nella banalità, anzi: basta ascoltare l’opener “Seven” che – pur mantenendo una struttura tipicamente doom – passa dal goth più classico a parti tirate quasi death. Tanto merito va anche alla voce di Rob e all’innesto, spesso preponderante e spiazzante, di tastiera e drum-machine. Il concept che gli Abyssian ci propongono, poi, è parecchio articolato, legato ad antiche civiltà, poetica sumera e miti teogonici; se uniamo il tutto ad una musica cangiante e misteriosa, possiamo dire che c’è parecchio materiale su cui concentrarsi. “Godly” è il classico disco dove c’è molto più di quanto possa apparire e che cresce ascolto dopo ascolto, quando gli intrecci di tastiere e chitarre assumono davvero il loro senso e completano l’opera. Il lavoro non è di facile approccio e, probabilmente, non vuole esserlo: basta ascoltare un pezzo come “Nigra Lux” per rendersi conto che, nei suoi nove minuti abbondanti, si trovano racchiusi tre movimenti quasi distinti: dopo l’inizio ancora una volta votato al metal estremo, ed un continuo più prettamente gothic doom, ecco una parte a metà tra lo sciamanico ed il tribale, un sound che cresce e da un ritmo primitivo ed ancestrale ci trattiene (grazie al groove di basso) in una landa desolata e onirica, per poi ri-esplodere nella tetra maestosità doom, con una batteria quasi death metal. Altra gemma è la titletrack, dall’attacco sperimentale, che si trasforma in un riff portante di chitarra davvero azzeccato, quasi catchy (in senso buono). Il lavoro fatto dai milanesi è, però, rischioso per due motivi: tanti stili diversi potrebbero portare ad un senso di parti attaccate in modo artefatto, secondariamente il volerli chiudere spesso nella stessa canzone potrebbe generare un certo senso di confusione nell’ascoltatore. Ma gli Abyssian superano perfettamente entrambe le insidie e fondono tutto ottimamente. Tutto perfetto, dunque? Purtroppo un problema c’è ed è, a nostro avviso, nella produzione. Principalmente abbiamo notato che la voce è, spesso, molto ‘davanti’ e tende un po’ a coprire il resto; problema relativo, in realtà, perché potrebbe benissimo essere una scelta della band. Il secondo problema è, invece, ben più rognoso ed è un continuo ‘clippare’ dei pezzi: potrebbe essere dovuto all’encoding mp3 del bundle che ci è stato inviato per la recensione, ma un rapido controllo software mostra un’onda sempre satura. Non scendiamo troppo nei tecnicismi per non risultare noiosi e ci auguriamo che questo punto sia solo relativo al materiale che abbiamo ricevuto (anche perché farebbe un po’ specie vedere musicisti di un certo livello cadere vittime di una produzione sbagliata). “Godly” resta comunque un gran disco che ci sentiamo di consigliare, sopratutto a chi ama il doom e non teme di allontanarsi da certi cliché musicali. Se, poi, la produzione si rivelerà differente da quella che abbiamo ascoltato noi, allora l’acquisto è d’obbligo (e potete alzare il voto di un punto).

TRACKLIST

  1. Seven
  2. Fall Apart
  3. Soul Colonnades
  4. Nigra Lux
  5. Milsterak
  6. As The Sun
  7. Godly
  8. 2Nd Sunrise
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