8.0
- Band: ACCEPT
- Durata: 00:52:12
- Disponibile dal: 06/04/2002
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Chi avrebbe mai detto, poco più di due anni fa, che gli Accept sarebbero riusciti a tornare ai fasti passati privi del loro carismatico singer Udo Dirkschneider? I tedeschi, invece, hanno sorpreso tutti, forti dell’ingresso dello sconosciuto Mark Tornillo, dando alla luce un album granitico e portentoso come “Blood Of The Nations”. E la marcia di Wolf Hoffmann e compagni prosegue senza lasciare superstiti con il nuovo “Stalingrad”. L’opener “Hung Drawn And Quartered” fa riviviere i gloriosi anni Ottanta grazie ad un sound classico e tradizionale composto da riff veloci, una batteria marziale e linee vocali irresistibili. L’ascolto prosegue con la title track, un mid tempo in pieno stile Accept in cui l’ugola al vetriolo di Tornillo si staglia su chitarre distruttive come uno schiacciasassi. Gli Accept non perdono colpi nemmeno durante i momenti più atmosferici: “Shadow Soldiers” unisce melodie toccanti ed epiche alla tipica potenza teutonica di cui i Nostri hanno fatto da capostipite quasi trent’anni fa. In pochi secondi si ritorna tuttavia a premere a manetta il pedale dell’acceleratore con “Revolution”, brano non particolarmente geniale, che si presenta come una mazzata in fronte, un degno act da presentare in sede live. “Stalingrad” si conclude con la lunga “The Galley”: in oltre sette minuti gli Accept fondono tutte le sfaccettature della loro musica in un brano maestoso e graffiante, caratterizzato da un’ottima performance dell’impeccabile Tornillo. “Stalingrad” è un disco senza punti deboli, degno di stare al fianco di capolavori come “Metal Heart” e “Balls To The Wall”, ed è per di più impreziosito da una produzione frizzante e al passo con i tempi. Diciamolo chiaramente, oggi gli Accept possono camminare sulle proprie gambe: si sono finalmente liberati del “fardello” Udo, che negli anni ha condizionato pesantemente il loro ritorno sulla scena. Lavori come questo hanno il merito di riportare in auge le sonorità più classiche ed amate dell’heavy metal. Formazioni ormai alla frutta come i Running Wild dovrebbero prendere esempio ed inchinarsi di fronte all’impietosa furia di “Stalingrad”.