8.0
- Band: ACCEPT
- Durata: 02:00:09
- Disponibile dal: 23/11/2018
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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C’è chi sostiene che l’accostamento in sede live di elementi orchestrali a una proposta tipicamente heavy metal sia una pratica abusata e ormai quasi del tutto priva di spunti interessanti per fornire uno spettacolo suggestivo e unico nel suo genere, trattandosi di una scelta già più volte utilizzata in tempi passati da realtà del calibro di Kiss, Metallica e compagnia varia. Eppure, la storia musicale recente insegna tutt’altro: basti pensare ad esempio a quanto fatto dai Rage o, meglio ancora, al meraviglioso spettacolo messo in piedi dai Savatage e dalla Trans-Siberian Orchestra la prima sera dell’edizione 2015 del Wacken Open Air, quando per la prima volta furono messi in attività i due palchi principali contemporaneamente, col conseguente risultato di proiettare ogni appassionato presente in un mondo magico e fiabesco sulle note di capolavori assoluti, impreziositi grazie all’ausilio dei molteplici strumentisti presenti, oltre ovviamente ai numerosi ospiti d’eccezione.
Il prodotto di cui ci accingiamo a parlare, tenuto nella stessa identica location appena due anni dopo, non raggiunge chiaramente tali livelli di complessità e pienezza, ma si difende maledettamente bene! Anche perché il buon Wolf Hoffmann non è esattamente nuovo a certi tipi di operazione musicale, come ben si può evincere anche dai suoi lavori solisti. Si tratta comunque di una veste inedita per i leggendari Accept, che mai prima d’ora era stato possibile ascoltare e/o visionare in compagnia di un’orchestra a rendere ancora più epico ed emozionante il loro sound; esperimento che non poteva che essere integralmente ripreso, registrato e confezionato in un prodotto speciale che potrebbe magari mettere un po’ di amaro in bocca a chi proprio non riesce a digerire l’accostamento proposto, ma che al contrario esalterà sicuramente chi invece ribadisce ogni giorno quante cose abbiano in comune il metal e la musica classica, tanto da riuscire potenzialmente ad arricchirsi a vicenda in alcune occasioni selezionate.
Per quanto riguarda lo show proposto, lo si può dividere tranquillamente in tre parti distinte: un inizio perfettamente in linea con quanto proposto negli ultimi anni dagli Accept, con anche un paio di estratti dell’allora nuovissimo “The Rise Of Chaos”, seguito da un sipario dedicato interamente al progetto “Headbangers Symphony” del sopracitato chitarrista, accompagnato da una formazione di indiscutibili professionisti, su cui finalmente fa capolino sul palco anche la tanto discussa orchestra, che chiaramente rimarrà al suo posto nella seconda metà dello show, ovvero probabilmente la più attesa in assoluto. Dalla fine della parentesi solista di Wolf, infatti, si può gustare un susseguirsi di brani tra i migliori in assoluto della carriera degli Accept, naturalmente rinnovati nella forma grazie all’ausilio della componente orchestrale, ma assolutamente invariati nella sostanza a base di purissimo acciaio teutonico, in corrispondenza dei quali diviene pressoché obbligatorio esaltarsi fino al completo esaurimento delle proprie forze; anche se, purtroppo, il pubblico di Wacken, come è risaputo, in corrispondenza delle esibizioni di matrice più classica non è propriamente dei più energici. L’enorme affluenza non lascia tuttavia spazio a eventuali dubbi riguardo l’evidente attesa da parte degli appassionati per qualcosa di così inusuale e stimolante, in grado di incrementare ulteriormente la magia metallica trasmessa da una delle band più iconiche e rappresentative in assoluto, fornendo inoltre quella punta di eleganza e raffinatezza che, a prescindere da ciò che possono pensare gli scettici, non guasta affatto.
Alla luce di tutto ciò, consigliamo calorosamente ad ogni fan degli Accept di impossessarsi di una copia del bellissimo package contenente il CD e, naturalmente, la ripresa integrale dell’intero concerto, grazie alla quale tutti possono finalmente immergersi nelle elettrizzanti atmosfere evocate da una formazione che non finirà mai di stupirci. Fidatevi di chi era lì presente a pochi metri dal palco, ne vale davvero la pena!