5.5
- Band: ACCUSER
- Durata: 00:49:50
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Red Shift
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Quel che non convince del disco degli Accuser, anche dopo svariati ascolti ,è che forse stiamo cominciando a stufarci del solito disco di thrash metal che presenta i classici cliché del genere. Non basta infatti saper suonare bene, arrangiare anche meglio e confezionare una produzione che neanche dei mocciosi sarebbero capaci di sbagliare nel 2011 per raggiungere la sufficienza suonando le solite cose. Eppure, anche un genere come il thrash metal ha dimostrato quest’anno di avere gruppi che ancora hanno qualcosa da dire, e anche in maniera prepotente (vedi Criminal). Nati addirittura nel 1986, autori di qualche buon album nei primi anni ’90, dove hanno goduto pare di buona gloria, si sono sciolti nel 1995 (anche se in realtà non si sono mai fermati avendo suonato con il monicker Scartribe) per poi tornare in pista lo scorso anno con l’album “Agitation”. Smentendo chi potesse pensare a una toccata e fuga, eccoli qui con un nuovo lavoro di heavy thrash metal, dalle tinte più moderne e dai suoni compatti e puliti. Il puntuale ricorso alla melodia, un buon ritmo a livello di percussioni e un riffing molto tagliente (che però si assomiglia quasi sempre tanto che a fine disco la sensazione è che abbiano usato una sola sequenza di note), unitamente a una voce che forse andava mixata un po’ più alta sono le caratteristiche dei nostri. Le canzoni, prese singolarmente sono pure buone. Presentano degli ottimi fraseggi e degli arrangiamenti di qualità (è gente del mestiere, diremmo), solo che non riescono a conficcarsi nella nostra testa anche dopo numerosi ascolti. Che fare quindi? Stroncare l’album o concedergli una mini grazia in virtù del fulgido (?) passato? Intanto riascoltiamo l’album daccapo. Niente, neanche dopo l’ennesimo ascolto il nostro giudizio è cambiato: album di mestiere ma senza ispirazione. Sicuramente c’è chi godrà dell’ascolto – per nulla scarso, lo ribadiamo a scanso di equivoci – forse è capitato nelle mani sbagliate qui su Metalitalia.com. Di certo, quest’anno, in questo campo i nostri soldi li investiremmo in qualche altro disco.