7.5
- Band: ACHERONTAS
- Durata: 00:47:29
- Disponibile dal: 31/05/2017
- Etichetta:
- World Terror Committee
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Prolifici come pochi altri gruppi dell’underground europeo, ecco riaffacciarsi sul mercato gli Acherontas con il secondo capitolo della trilogia “Formulas of Reptilian Unification”, ennesimo concentrato di black metal emotivo e spirituale che non smentisce la progressione stilistica del quartetto greco e ne consolida la posizione ai vertici della scena, secondo una ritualità e un gusto per gli arrangiamenti ormai affinatissimi. Un’opera che, rispetto all’acclamatissimo “Ma-IoN”, gioca di sottrazione e volge maggiormente lo sguardo alla tradizione dei Nineties, nell’ottica di un ‘back to the roots’ sempre e comunque strabordante di soluzioni meticolosamente intrecciate fra loro e di scenari arcani che sembrano affiorare a poco a poco da una coltre di fumi di incenso. La resa sonora compie volutamente un passo indietro, specie per quanto concerne la batteria, mentre gli influssi classic heavy preponderanti un paio di anni fa (basti pensare alle varie “Lunar Transcendence & the Secret Kiss of Nut” e “Therionic Transformation”) vengono oggi ridotti e centellinati nel corso della tracklist, sacrificati sull’altare di un riffing ben più amaro e scabro che va a braccetto con la relativa semplicità della sezione ritmica. Del tutto assenti, invece, i lunghi intermezzi ambient che scandivano l’album del 2015, saggiamente incanalati dal cantante/chitarrista Nikolaos Panagopoulos nel side project Shibalba per un risultato complessivo che guadagna sia in termini di compattezza che di presa sul pubblico, striato di rosso porpora come un tramonto nei cieli del Peloponneso. Certo, a tratti si avverte la mancanza di quelle melodie folgoranti e di quei crescendo strumentali che tanto avevano esaltato il suddetto “Ma-IoN”, ma basterà poco per acclimatarsi in questa nuova dimensione e assaporarne le sfaccettature ieratiche e brucianti (sottolineate da un uso delle voci come sempre carico di pathos), con episodi del calibro di “Sopdet Denudata”, “Rosa Andromeda” e della titletrack a fungere da perfetta sintesi dell’Acherontas-pensiero e del concept alla base del disco. Dopo il portentoso ritorno degli Acrimonious, la Grecia ribadisce il proprio strapotere nell’annata black metal 2017.