8.0
- Band: ACHERONTAS
- Durata: 01:10:22
- Disponibile dal: 27/02/2015
- Etichetta:
- World Terror Committee
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Chiudete gli occhi e immaginate di tornare indietro nel tempo. Volate con la fantasia fino all’epoca dei faraoni e delle grandi piramidi, di Babilonia e dei suoi giardini pensili, della ricca e splendente Persepolis. Un mondo popolato da divinità antropomorfe, di riti misterici compiuti alla luce lattiginosa della Luna, di deserti sconfinati e sabbie antichissime. E’ in questo scenario – perennemente sospeso fra sogno e realtà – che intendono catapultarci gli Acherontas grazie alla loro ultima fatica sulla lunga distanza, “Ma-IoN (Formulas Of Reptilian Unification)”, assurgendo una volta per tutte all’Olimpo del black metal più atmosferico e facendo così compagnia a gente del calibro di Cult Of Fire e Thy Darkened Shade. Un’opera maestosa e sfaccettata, nella quale il four-piece ateniese mette completamente a frutto l’esperienza accumulata in poco meno di un decennio carriera, erigendo un ponte fra la mitica scena ellenica di primi anni ’90, la viziosità – unita all’amore per certo classic heavy – dei Watain e lo sciamanesimo della musica etnica mediorientale, fatto di percussioni, fruscii e corde pizzicate nel silenzio assoluto della notte. Undici brani – sei interludi e cinque composizioni vere e proprie – spalmati su una superficie di oltre settanta minuti, un prisma irregolare le cui angolazioni oblique rifuggono dalla banalità del già sentito per spalancare animo e mente dell’ascoltatore, mettendo a nudo i più profondi recessi del suo subconscio. Il songwriting è cangiante, cambia colore come un obelisco esposto alle diverse incidenze del Sole, e messo al servizio di tracce lunghissime, microcosmi in cui tutto nasce, cresce e muore seguendo i battiti di una sezione ritmica inappuntabile, guidata dal drumming furente dell’italiano Gionata Potenti (Deathrow, Frostmoon Eclipse, Kvlt e numerose altre formazioni) e dal basso pulsante di Hierophant. Le protagoniste indiscusse del platter restano comunque le chitarre, mai così ispirate e passionali: basterebbe sentire la coda della splendida titletrack, o i crescendo vertiginosi dell’occulta “Lunar Transcendence & The Secret Kiss Of Nut”, per accorgersi degli enormi passi in avanti compiuti dal duo Acherontas V. Priest/Saevus Helcath negli ultimi tempi, sia per quanto riguarda il riffing, sia per quanto concerne gli assoli, curatissimi e strabordanti di pathos. Un quadro d’insieme dal sapore ancestrale e magico, suggellato dalla traccia-capolavoro “Therionic Transformation” e smorzato soltanto da qualche parentesi atmosferica di troppo (vedasi “Shaman And The Waning Moon”, sette minuti ai limiti del dark ambient non proprio indispensabili), che si proclama già da ora come una delle esperienze sensoriali più vivide e potenti di questo 2015. Non lasciatevi intimorire dalla sua durata e gustatelo con calma, vi assicuriamo che ne varrà la pena.