8.0
- Band: ACT OF IMPALEMENT
- Durata: 00:30:15
- Disponibile dal: 28/02/2025
- Etichetta:
- Caligari Records
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Messa a fuoco una proficua interazione con i nuovi ingressi al basso e alla batteria, la voce e chitarra degli Act Of Impalement, Ethan Rock, rilascia nel giro di un paio di anni due dischi di assoluto interesse, proseguendo il cammino iniziato appunto con il precedente “Infernal Ordinance” lungo i massacranti solchi del nuovo “Profane Altar”.
A piacere, della passata della discografia, erano soprattutto una resa sonora monolitica ed uno stile marziale e compatto, capaci di mettere spiccare per intensità rispetto a molto del mercato discografico contemporaneo, e notiamo con piacere che queste caratteristiche rimangono fondamentali anche nel più recente lavoro, baciato da una verve terremotante ed un impatto veramente notevole sin dalle prime battute.
Volendo addentrarsi nel dettaglio, si nota come la band abbia parzialmente declinato il proprio stile verso un’attitudine lievemente più bestiale e feroce, riuscendo a sposare queste inflessioni con il severo materiale death metal che propongono da sempre. “Apparition” del resto apre le danze secondo uno stile a là Bolt Thrower che potremmo definire classico per questi americani, prima però di concedersi qualche svarione più squassante e liberatorio in brani come “Piercing The Heavens” o “Deities Of The Weak”, dove influenze come Archgoat e vecchi Belial emergono più nitidamente e variano con successo lo sviluppo delle canzoni.
Definiti e potenti, i riff di chitarra e basso tuonano sempre con tracotanza e grande chiarezza, lasciando il tempo di gustarsi appieno la loro epica potenza e la struttura avvolgente dei pezzi, che passano con estrema scioltezza tra tempi lenti, medi e sostenuti senza alcun cenno di fatica (“Sanguine Rites” e “Zenith Of Barbarism” su tutti). C’è spazio persino per qualche virata atmosferica in “Final Sacrifice” e la title-track, momenti più distesi dove gli strumenti regalano qualche spunto melodico più marcato, perfettamente integrati nel background roccioso della band. Completano il quadro una batteria di cemento e un gorgoglìo vocale a cui, esclusa qualche inflessione vocale più variegata, si potrebbe chiedere davvero poco di più.
Una visione artistica chiara, una penna compositiva letale ed un’inventiva ispirata rendono l’ascolto di “Profane Altar” dinamico e piacevole, specchio di un entusiasmo verso il death metal mostrato dai suoi creatori con tutta l’onestà e la passione possibili. In un’era dominata da studio tricks, dalla musica concettuale e dalla mancanza dilagante di riff memorabili, gli Act Of Impalement rispondono con del materiale massiccio e concreto, dimostrando come si possa creare ancora musica di spessore attraverso i “soliti”, rudimentali, strumenti del death metal alla vecchia maniera.
