6.0
- Band: AD PATRES
- Durata: 00:31:31
- Disponibile dal: 03/09/2012
- Etichetta:
- Kaotoxin Records
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I francesi Ad Patres, attivi dal 2008, giungono all’esordio con “Scorn Aesthetics”, un dischetto di death metal che si inserisce nel particolare filone che, alla luce di certi dettami europei, rilegge la tradizione americana. La formula compositiva base è fatta di tempi dritti e veloci, con rallentamenti dove serve e un uso decente della melodia, intesa come “lubrificante” per parti altrimenti farraginose, piuttosto che come elemento a sé che sopravanza gli altri; ovviamente i riff abbondano ed hanno per lo più un retrogusto thrash, adatto a dare quella dinamica che permette di arrivare in fondo all’ascolto dell’album senza grosse fatiche. Alcuni pezzi, in effetti, mostrano qualche significativa variazione del paradigma compositivo, ad esempio “To The Fathers” (grazie ai suoi riffoni stoppati), “In Vivo” (un pezzo dal discreto groove, arricchito da un bel cambio di tempo centrale) e “All That Remains” (dove fanno capolino dei riff vicini allo stile degli Hour Of Penance di “Paradogma”, ulteriore testimonianza della bontà della nostra scena death metal), ma in generale l’atteggiamento è conservativo, nel senso che gli Ad Patres non “azzardano” granché: se da un lato questo è quasi endemico per un gruppo esordiente, dall’altro è l’aspetto più debole di “Scorn Aesthetics”, perché espone la band a una minor caratterizzazione dei pezzi, limitando la longevità dell’album. Altro aspetto da rivedere sarebbe la prova del cantante, anch’essa un poco monodimensionale. In definitiva, possiamo dire che “Scorn Aesthetics” è un disco gradevole, dalla giusta attitudine, ma un po’ acerbo, quindi ci auguriamo che le prossime uscite mostrino un grado maggiore di maturazione.