AD VITAM AETERNAM – Abstract Senses

Pubblicato il 21/08/2004 da
voto
6.5
  • Band: AD VITAM AETERNAM
  • Durata: 00:46:19
  • Disponibile dal: 12/07/2004
  • Etichetta:
  • New Aeon Media
  • Distributore: Audioglobe

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Come porsi di fronte all’ennesimo gruppo promosso dalla New Aeon Media, assolutamente non innovativo ma comunque degno di nota, in quanto proponente un sound accattivante, ben prodotto e suonato? Be’, è chiaro che dipende dalla tendenza del recensore di turno… chi scrive propende per considerare più positive che negative queste release, pur precisando più volte che, in caso di eventuale acquisto, la possibilità di trovarsi di fronte a sonorità strabilianti è praticamente nulla. Questa volta, a presentarsi al debutto discografico, sono i parigini Ad Vitam Aeternam, sestetto autore di un classicissimo avant-gothic a due voci, debitore in toto dei primi Theatre Of Tragedy e dei Within Temptation. La band è nata nel 1999, per merito del chitarrista Jean Suire e della tastierista Cathy Bontant, e si presenta al pubblico con “Abstract Senses”, lavoro che denota l’amore della formazione transalpina per Decadenza e Romanticismo, sia a livello lirico, sia a livello musicale, promulgato tramite suoni corposi e degnamente metallici, benché supportati da delicati, ma altalenanti, passaggi alle tastiere, molto presenti e risaltanti nella proposta degli Ad Vitam Aeternam. La predominanza vocale, diciamo un buon 70 a 30, è della controparte femminile del duo vocale della band, Céline De Kerliviou, dotata del tipico timbro cristallino e pulitissimo, che ricorda anch’esso la Liv-Kristine del tempo che fu; suo antagonista è il growl cavernoso di Fabien Longeot, anche chitarrista e tenuto un po’ troppo in disparte. Da migliorare, sotto questo aspetto, la sistemazione della metrica, in quanto spesso i vocaboli inglesi vengono pronunciati forzatamente con accenti errati, difetto tipico di molte band non anglosassoni. Il susseguirsi delle song non è affatto male, seppur qualche battuta a vuoto la si registra nella noiosa “Phoney Icons” e in “The Grievous Musician”, termine stancante di un disco per il resto dei minuti piuttosto piacevole. Particolarmente azzeccati gli incedere più magniloquenti ed epici di brani quali “In The Throes Of Apocalypse” e “Bitterness”, mentre la soffusa “Les Meandres De L’Ame” presenta un delizioso cantato francese e melodie forse più riuscite e tristi di altre. Un album di medio livello, ben realizzato e commercialmente valido, per un gruppo che deve a tutti i costi darsi da fare per cercare di essere più particolare. Vale il discorso di inizio recensione…

TRACKLIST

  1. Bitterness
  2. Picture Of Dorian Gray
  3. Dementia
  4. Phoney Icons
  5. In The Throes Of Apocalypse
  6. Les Meandres De L' Ame
  7. Abstract Senses
  8. The Grievous Musician
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