6.5
- Band: ADEMA
- Durata: 00:57:15
- Disponibile dal: 05/04/2005
- Etichetta:
- Earache
- Distributore: Self
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L’approccio a “Planets” è tanto difficoltoso per l’ascoltatore quantoil processo delle registrazioni lo è stato presumibilmente per la band.Siamo davanti a un album di transizione, una scommessa, un passocoraggioso per una delle band simbolo del movimento più sfruttato emartoriato dall’inizio del nuovo secolo, il cosiddetto nu metal. Se lapresenza del fratellastro di Jonathan Davis, padre del genere, eracaratterizzante e li accomunava pesantemente alla corrente, ora èinvece tempo di guadagnare in personalità e autenticità, anchetogliendo di mezzo coraggiosamente il collegamento più evidente con imaestri. Facile bollare come inutile l’insieme delle song al primoascolto, in cui l’album appare sin troppo melodico nelle soluzioniproposte, ma a una seconda più attenta analisi si riesce a valorizzarel’emotività di tracce sicuramente vincenti come “Barricades in time”.Dal manualistico nu metal proposto in passato gli Adema sono passati adun rock melodico e sicuramente radiofonico, che valorizza la strutturaclassica di canzone, semplice ma efficace. A livello di temi trattati itesti sono simili ai passati album, riguardanti argomenti introspettivie delusioni amorose, nulla di poetico o trascendentale ma il tutto bensposato all’accompagnamento musicale, che sentiamo di considerareispirato e valido dall’inizio all fine. Parlando dello scoglio piùgrande il nuovo singer Luke se la cava in maniera egregia nel suopesante compito, la sua voce è versatile, l’interpretazionetrascinante, totalmente a suo agio coi nuovi compagni si avvicina inqualche caso al dotato Stephen Richards dei Taproot, anche se nellaquasi totalità delle tracce si dimostra sempre personale. Rock melodicodi chiara matrice americana, dicevamo, rock ballad malinconiche masempre elettriche, down-tuned guitar e arpeggi ipnotici, adornati daipassaggi molto tecnici ed heavy di un signor batterista come Kris Kols(prima nei promettenti Videodrone e pure alla corte di Nikki Sixx nellafase embrionale dei Brides Of Destruction, dove appare nei creditdell’album), sempre più alla guida della formazione e determinato ascrollarsi di dosso l’etichetta di Korn-cloni. “Remember” o “Tornado”potrebbero essere tranquillamente hit mostruose abbinate a qualche belfaccino sbarbato della Mtv generation, ma possiamo star tranquillivisto che i componenti degli Adema sono sufficientemente zozzi darisultare autentici. Se in “Planets” sono presenti scivoloni come”Chel”, altri momenti, come ad esempio la ballad “Rise Above”, possonoentrare di prepotenza nella playlist del vostro iPod. In definitiva, uncomeback più che sufficiente, con pochi momenti bui, che lascia ottimesperanze per il futuro. Il target degli Adema si è ampliato adismisura, se la Earache ha puntato moltissimo sul gruppo il responsofinale resta al pubblico: una scommessa aperta.