ADIMIRON – Timelapse

Pubblicato il 04/11/2014 da
voto
8.0
  • Band: ADIMIRON
  • Durata: 00:42:23
  • Disponibile dal: 03/11/2014
  • Etichetta:
  • Scarlet Records
  • Distributore: Audioglobe

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Zitti zitti, quatti quatti, convinti sempre più dei propri mezzi e con ormai alle spalle un’invidiabile sequela di concerti all’estero, in veste, oltretutto, di supporting act di formazioni di calibro internazionale, i romani Adimiron traslocano dalla Bakerteam Records per spostarsi al piano superiore e soleggiato della casa-madre Scarlet Records e pubblicano il loro quarto episodio sulla lunga distanza, atteso ben tre anni. Un crescendo qualitativo e complessivo, non considerando la parte iniziale di carriera della formazione di origini pugliesi, quando la line-up era completamente diversa, ha contraddistinto gli ultimi anni degli Adimiron, prima risorti con “When Reality Wakes Up” e poi affermatisi con il seguente “K2”. Oggi ecco arrivare “Timelapse”, presentato da una copertina originale, indefinita e organica – realizzata da Lindsey Wakefield, artista contemporanea americana – che ben trasporta l’ascoltatore nei meandri multi-sfaccettati del sound del gruppo, nel presente ancor più allontanatosi dai padri putativi Nevermore e stilisticamente votato ad una buona/ottima rilettura di soluzioni ben riconducibili a complessi di alta caratura quali Gojira e Meshuggah. In particolar modo, il combo dei fratelli Duplantier sembra portare agli Adimiron una discreta dose di ispirazione, che i cinque Nostri, capitanati dal chitarrista Alessandro Castelli, sanno reinterpretare magnificamente seguendo il proprio istinto e la propria verve. “Timelapse”, se paragonato al suo diretto predecessore “K2”, presenta una naturale evoluzione di sonorità, così come un notevole imbastardimento e inasprimento di songwriting: risultano diminuite, difatti, le aperture acustiche ballad-oriented che donavano al disco succitato una visione a 360 gradi del thrash metal progressivo dei ragazzi, oggi concentratisi, fors’anche stimolati dall’importante attività live di cui sopra, sulla creazione di tracce dirette, aggressive e, in un certo senso, più di facile assimilazione, dotate di ritmiche telluriche, linee vocali e ondeggiamenti melodici molto in-your-face; la dicotomia di sezioni violente e parti più atmosferiche non è completamente sparita, però, e, andando a spulciare fra la tracklist, “Liar’s Paradox” ne presenta un ottimo esempio. Ci piace sottolineare il lavoro di tutti i musicisti coinvolti, compreso quello della new-entry Tommaso Aurizzi alla seconda chitarra, ma ci sembra doverosa da rimarcare, anche a questo giro, la performance di Andrea Spinelli al microfono, sempre più incisivo ed ispirato, oltre che incazzato come non mai. Il pacchetto di canzoni è decisamente compatto e tendente al medio-alto livello: non ci sono cadute di tono in “Timelapse”, il minutaggio è perfetto, la fruizione ripetuta non annoia e mostra dettagli nascosti ad ogni passaggio, sinonimo di gran cura degli arrangiamenti e dei particolari; potremmo dirvi come il singolo “Redemption”, “The Giant And The Cow” e “The Burning Of Methuselah” siano i nostri pezzi preferiti, ma non renderemmo obiettiva giustizia alle altre tracce, tutte di pregevole fattura. Un lavoro del tutto convincente per una compagine italiana che continua nella sua crescita e che ormai dovrebbe essere una sorpresa per pochi. Noi ve la consigliamo un’altra volta.

TRACKLIST

  1. Collateral
  2. State Of Persistence
  3. The Giant And The Cow
  4. Timelapse
  5. Liar’s Paradox
  6. The Burning Of Methuselah
  7. Redemption
  8. The Furnace Creek
  9. Ayahuasca
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