6.5
- Band: ADORIOR
- Durata: 00:49:40
- Disponibile dal: 27/09/2024
- Etichetta:
- Sepulchral Voice
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Se esistono là fuori delle realtà che possano competere per il titolo di ‘vero culto dell’underground’, siamo certi che gli Adorior primeggerebbero senza troppi rivali: nati, cresciuti e nutriti dalla mente perversa di Jaded Lungs (al secolo Melissa Gray, voce ed unico membro fondatore rimasto del progetto), gli Adorior possono vantare un primo album uscito per la mitica Head Not Found del leggendario Metalion nel lontano 1998, nonché una line-up composta da sempre da membri di altri gruppi molto apprezzati dai metal maniacs come Deströyer 666 e Lvcifyre.
Forti quindi di un curriculum di tutto rispetto, gli Adorior odierni si riuniscono intorno all’entità dei Grave Miasma, altra grande band inglese che presta quasi tutti i suoi membri alla nuova avventura discografica di Melissa. Manco a dirlo, lo stile musicale intrapreso non sembra essere cambiato affatto, sempre incentrato su di un death/thrash corrosivo ed incendiario, capace di raccogliere anche qualche venatura black grazie soprattutto allo stile vocale sgraziato e graffiante di Jaded Lungs, che vomita sul microfono una serie di improperi e bestemmie dalla potenza e dall’odio vibrante e percepibile.
Avendo scelto alcuni dei musicisti inglesi migliori sulla piazza, la cantante riesce a dar vita ad un insieme di canzoni dal tasso tecnico piuttosto elevato e da un’esecuzione in studio impeccabile, che riesce ad alzare il livello rispetto ai due full precedenti rilasciati ormai decine di anni fa, ma che rischia forse di appesantire fin troppo il carico del platter: dopo uno, cinque o dieci ascolti che siano, niente riuscirà infatti a togliervi di dosso un perenne e caotico sentimento di smarrimento di fronte agli otto pezzi in scaletta, dovuto prevalentemente ad un eccesso di idee, soluzioni ed arrangiamenti stipati brutalmente dentro ai brani.
Prendete ad esempio “Begrime Judas” o “Ophidian Strike”: entrambe le canzoni sono dotate di un riffing old-school semplicemente squisito, che viene però letteralmente sotterrato da continui e monotoni assoli deliranti, infiniti passaggi di batteria, cambi improvvisi e parti vocali semi-onnipresenti, che non lasciano fiato alla musica sottostante e alla sua potenza. “Precipice Of Fire”, se possibile, aumenta ancora la follia quando i suddetti assoli finiscono addirittura per accavallarsi alle urla della Gray, per risultati se possibile ancora più cacofonici ed infernali.
Non è un caso, infatti, se a spiccare sono proprio quei momenti (“Scavengers Of Vengeance”, “L.OT.P. – Vomit Vomit Vomit Bastard”) dove si recupera un filo di linearità e dove si lascia parlare le chitarre con più serenità, ma “Moment Of Mania” e la conclusiva title-track sembrano ricadere nel pandemonio musicale delle altre tracce, rendendo l’ascolto per intero di “Bleed On My Teeth” un’impresa titanica e faticosa.
A quasi venti anni dal precedente “Author Of Incest”, forse gli Adorior hanno peccato di troppa foga, cercando di infilare in un solo album abbastanza materiale da poterne riempire due: spiace quindi doversi accontentare di una piena sufficienza di fronte ad un lavoro che, se lasciato più grezzo e naturale, avrebbe potuto candidarsi ad una delle migliori uscite in ambito old-school metal di questo anno musicale.