8.0
- Band: ADVERSARIAL
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: 31/05/2024
- Etichetta:
- Dark Descent
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Dopo un’assenza di nove anni, gli Adversarial fanno finalmente il loro ritorno con il nuovo album “Solitude with the Eternal”. In un contesto dove il death e il black metal dissonante hanno preso definitivamente piede nell’underground, diventando un fenomeno capace di attrarre anche ascoltatori non necessariamente super esperti e navigati, la band canadese conferma la propria posizione di leadership nel genere, andando a dimostrare che il lungo silenzio di questi anni non ha fatto altro che accrescere il desiderio per la sua musica, nonostante la concorrenza nel frattempo si sia fatta appunto molto agguerrita (basti pensare all’arrivo dei vari Suffering Hour, Zhrine, Altars, Ad Nauseam, ecc).
Come era stato per il magnifico “Death, Endless Nothing and the Black Knife of Nihilism”, uscito nell’estate del 2015, “Solitude with the Eternal” si distingue per l’abilità della band di Toronto nel combinare dissonanza e una curiosa accessibilità. Brani come “Beware the Howling Darkness on Thine Left Shoulder”, “Crushed Into the Kingdom of Darkness” o “Endless Maze of Blackest Dominion” sono esempi tangibili di questa sinergia, dove le trame si allungano e si comprimono incessantemente con un’agilità subito contagiosa, guidando l’ascoltatore attraverso un viaggio sonoro che oscilla tra l’oscurità più profonda e una melodia avvincente, regalandoci passaggi emotivamente intensi, pregnanti e sfuggevoli, di spigoloso equilibrio.
Il chitarrista/cantante C.S. si conferma come uno dei pilastri del suono degli Adversarial, con riff altamente ingegnosi che fungono da colonna portante per l’intero album. La sua abilità nel creare atmosfere cupe e suggestive, ma anche stilettate che spezzano l’andatura e stuzzicano immediatamente l’orecchio, è evidente in ogni traccia, contribuendo a dare forma e profondità alla musica della band.
Nonostante la complessità delle composizioni, “Solitude with the Eternal” riesce inoltre, come accennato, a mantenere un certo grado di accessibilità, grazie a una struttura che evita eccessi di astrattismo e si concentra piuttosto sull’impatto emotivo dei brani. In questo senso, gli Adversarial dimostrano di essere una delle poche realtà in questo campo capaci di scrivere canzoni, anziché limitarsi a esercizi di virtuosismo e astrattismo fine a sé stessi. Dai momenti più frenetici alle pause maggiormente ipnotiche, i canadesi dimostrano una capacità sorprendente nel modulare l’intensità e la tensione all’interno della loro musica, non rifuggendo mai del tutto impatto e melodia e mantenendo così sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore. Quello del trio non è insomma un mondo sonoro superficiale, votato soltanto all’astrusità: all’interno di “Solitude…” assistiamo a un processo di accumulo, sottrazione e deviazione mai uguale a sé stesso, proprio perché il gruppo non rinuncia ad inserire qua e là elementi più ‘terreni’ e masticabili, attestandosi per lo più su durate di tre o quattro minuti per brano, per un moto che prende energia e dà energia, mettendo sullo stesso piano maestria tecnica, violenza e melodia penetrante.
Il terzo album del gruppo canadese è insomma un lavorio sui suoni concreti reiterati, amplificati e decostruiti, con il quale C.S. e soci, senza troppi squilli di tromba, si confermano ancora una volta ai piani alti del genere, sottolineando il proprio ruolo di maestri nel creare musica che sa essere provocazione autentica, sfida, ma, al contempo, anche andare dritta al cuore dell’ascoltatore.