7.0
- Band: AEON ZEN
- Durata: 00:55:16
- Disponibile dal: 22/01/2013
- Etichetta:
- Nightmare Records
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Teniamoli d’occhio, questi progster inglesi Aeon Zen, perchè ce ne faranno vedere delle belle. “Enigma” è qui per dimostrarcelo, pieno com’è di spunti di interesse e di riflessione. Si tratta del terzo album, pubblicato dopo l’esperienza del tour con Devin Townsend, che ha portato i nostri in giro per dodici Paesi. E se Sua Maestà li ha scelti, un motivo ci sarà pure. Comprendiamo tutto quanto fin dal primo ascolto di questo valido “Enigma”, un vero e proprio agglomerato (o coacervo?) di mille influenze, su cui svettano quella del già citato genietto canadese (qui andiamo sul plagio, ma lo vedremo più avanti) e quella dei sempre stupendi Pain Of Salvation. Il tutto condito con dosi massicce di metal, anche estremo, giusto per deliziarci ancora di più. Il polistrumentista e cantante Rich Hinks, mostruoso musicista, dopo aver dato vita al progetto Aeon Zen come solista, ha composto e suonato questo “Enigma” con una formazione vera e propria, concentrandosi sulle vocals e sul basso in sede live. Ma la ricchezza e la musicalità che fuoriescono da “Enigma” sono tipiche dei fuoriclasse che hanno così tante idee per la testa da faticare a tenere il passo della creatività: croce e delizia degli Aeon Zen, al momento. Sì, perchè la carne al fuoco, in questo “Enigma” è tanta, tantissima, forse troppa, e risulta faticoso districarsi tra la molteplicità di generi qui proposti; l’impressione è che il buon Hinks abbia ancora qualche difficoltà ad amalgamare le sue idee e a nascondere meglio le sue influenze. Pensiamo a “Warning”, per esempio: ascoltandola appare chiaro e scontato che si tratti di un pezzo a cui ha partecipato in sede compositiva ed esecutiva il buon Devin Townsend. E invece no. E’ solo un’imitazione, sicuramente ben fatta, ma che lascia perplessi circa la sua utilità all’interno della tracklist. Questo ci ha fatto un po’ indispettire, perchè non ci si comporta così; o meglio, una operazione del genere andrebbe presentata in tono scherzoso, e palesando l’intento fin dall’inizio. A parte questa caduta di stile, il resto si lascia ascoltare davvero piacevolmente, con picchi qualitativi rappresentati dalla velocissima “Divinity” (growl in stile Opeth con aperture vicine agli Ayreon), dalla moderna “Turned To Ash”, dalla melodiosa e progressive “Still Human” (i Dream Theater di “Scenes From A Memory” ne andrebbero fieri) e dalla multiforme e a tratti malinconica “Eternal Snow”. Tante idee, una perizia invidiabile, fanno di “Enigma” un album estremamente interessante, e degli Aeon Zen una band da non perdere di vista.