6.5
- Band: AERIALIS
- Durata: 00:30:20
- Disponibile dal: 04/03/2022
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Che genere suonano gli Aerialis? A giudicare da monicker e artwork avremmo detto industrial o al massimo simil-djent, ma dall’ascolto dell’opener “Mine” pare evidente come, più che Fear Factory o Meshuggah, il termine di paragone più adatto siano i Godsmack, visto il sound allineato all’alternative d’oltreoceano e la timbrica del cantante Simone Sighinolfi simile a quella del compianto Layne Staley (e quindi, per la proprietà transitiva, anche di Sully Erna). Se la titletrack e “Digital Wall” si mantengono a metà tra post-grunge ed industrial dal retrogusto ozzfestiano (quando Orgy, Apartment 26 e Ultraspank erano ancora nomi da declinare al futuro) con “Electroniria” invece ci spostiamo prepotentemente in zona 30 Seconds To Mars (quelli di vent’anni fa però, quando erano meno mainstream) grazie ad un uso più raffinato dell’elettronica, mentre “Ghost” resta in zona Y2K tra Manson e la cafonaggine dei Powerman 5000. Finale più sbilanciato verso industrial e metalcore con “On My Shoulders” e “Time To Shine”, inframezzate da una cover di un classico minore della italo-disco anni ’80 (“Catch The Fox” di Den Harrow), ovviamente con i synth in primo piano come nella miglior tradizione del genere (da “Relax” a “Blue Monday” la lista sarebbe lunghissima). Leggendo la biografia a corredo del disco apprendiamo che “Dear Silence” è nato nel 2020 come reazione alle esperienze difficili vissute negli ultimi anni da Fabio Tats (bassista già noto per aver militato nei Lester Greenowski, Death-O-Matic e Wall Of Palemhor), ma dal punto di vista musicale l’effetto è quello di trovarsi di fronte ad un ‘Megamix alternative anni ’90/00’: l’identità degli Aerialis è ancora piuttosto indefinita, ma per i nu-stalgici del genere una mezz’oretta comunque piacevole.