6.5
- Band: AETERNAL SEPRIUM
- Durata: 00:55:30
- Disponibile dal: 12/01/2012
- Etichetta:
- Nadir Music
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
A smentire quelli che dicono che ormai molte band arrivano al debutto con eccessiva facilità e senza la necessaria gavetta iniziale ci pensano per fortuna alcune nuove realtà come i lombardi AEeernal Seprium. Attivi sul territorio del Seprio (Varese e dintorni) dal 2007, prima di arrivare a questo primo full length, uscito sotto l’ala protettiva di Trevor della Nadir Records, si sono resi autori di due demo di buona qualità, in genere bene accolte dalla critic,a ma ovviamente rimaste sconosciute ai più. La qualità delle canzoni contenute nei due primi passi discografici alla fine ha premiato, e sette degli otto pezzi presenti nelle demo ci vengono qui ripresentati finalmente nella squillante, eroica, epica e professionale veste che gli si addice. “Against Oblivion’s Shade” si rivela dunque un buon lavoro, composto da pezzi ultra rodati composti da una band che negli anni ha accumulato molta esperienza, la quale risulta ben visibile sia nella perizia strumentale sia in una doviziosa cura per i particolari. Partendo da una matrice sicuramente influenzata da NWOBHM e metal classico, gli Aeternal Seprium virano decisamente in territori epici schivando però quasi tutto quello che è semplicità e grettezza power, producendo invece un buon esempio di metallo epico sulla matrice dei Domine. Proprio al gruppo toscano, infatti, i cinque del Seprio sembrano ispirarsi, prendendone a modello il riffing, il gusto solista e soprattutto l’impronta vocale, considerata la somiglianza dell’ugola del cantante Stefano Silvestrini con quella dell’autorevole Morby. Ma la carta migliore degli Aeternal Seprium non risulta comunque essere in ultima battuta la somiglianza con il compianto gruppo fiorentino o il fatto di riprendere le dormienti sonorità dell’epic tricolore, quanto l’accostamento tra eleganza, classe e duro lavoro che è possibile notare su quest’album. Simili ai generali delle armate lombarde di cui cantano nei loro solchi, i Nostri mostrano certamente marzialità ed autorità, rintracciabili nei curati arrangiamenti e nella elegante chitarra solista, ma anche tanta dedizione e fatica, come intuibile dalle robuste basi ritmiche, che picchiano a dovere. “Against Oblivion’s Shade” è dunque un buon album di esordio, di quelli che fanno felici sia la band per l’orgoglio nel vedere coronati i propri sforzi, sia l’ascoltatore, che, anche se ha aspettato qualche anno, si trova per le mani un prodotto onesto, ben suonato e trasudante quella sana passione che è stata riversata dalla band in ciascuno dei dieci solchi presenti. Per i fan di Domine e dell’epic alla Manilla Road un disco da ascoltare volentieri e con una punta di malinconia; per tutti i fan dell’heavy classico è comunque un disco con più di un motivo di attrazione. Per stavolta, viste le tematiche trattate dagli Aeternal Seprium, evitiamo la scontata frase ‘un plauso alla band’ e lo sostituiamo con un più adatto ‘in alto gli scudi’. Buon lavoro.